La legge 104 come noto è il riferimento legislativo per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate. I parenti di queste persone possono usufruire di permessi retribuiti dal lavoro se debbono assistere un parente prossimo che versa in condizioni di grave disabilità. E a questa legge si era appellata anche una donna di 40 anni di Arezzo, la quale aveva chiesto alla sua azienda dei permessi retribuiti per poter accudire una zia colpita da una malattia neurodegenerativa.
Insospettiti dalle richieste sempre più numerose di questi permessi, per di più in momenti strategici come ad esempio a ridosso dei fine settimana, i datori di lavoro della donna hanno assoldato un'agenzia investigativa di Arezzo allo scopo di controllare la lavoratrice durante le assenze dal lavoro. Il risultato degli appostamenti ha così permesso alla ditta di scoprire che la sua dipendente, anzichè accudire la malata, trascorreva intere giornate fuori città a spasso col fidanzato: è scattato così immediato il licenziamento per giusta causa.
"La difficoltà principale della nostra attività di indagine è data dal fatto che la legge, da poco riformata, prevede che si effettui l’assistenza al parente disabile non in maniera continuativa e ritagliandosi spazi per sé ma senza snaturare il senso di questi congedi retribuiti", - ha spiegato il titolare dell'agenzia
investigativa che ha pedinato e filmato la lavoratrice - "per questo ci siamo dovuti appostare per intere giornate per dimostrare che durante i permessi la donna non dedicava nemmeno un attimo ad assistere la zia".
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