"Armi biologiche innescate". Il rischio nei trasferimenti dei migranti

Partono due voli charter ogni settimana per il rimpatrio dei migranti tunisini irregolari dall'Italia ma il sistema dei trasferimenti è imperfetto

"Armi biologiche innescate". Il rischio nei trasferimenti dei migranti

Dopo le rimostranze delle forze dell'ordine e la denuncia pubblica di quanto stava accadendo a Lampedusa, dove venerdì nell'hotspot si sono contati quasi 2000 migranti ospitati in condizioni disumane, il Viminale ha deciso di intervenire mandando sull'isola le navi militari. La nave San Marco ha fatto per giorni la spola tra Lampedusa e la Sicilia, così come un pattugliatore della guardia di finanza. Alla fine, anche grazie all'assenza di nuovi sbarchi per via delle avverse condizioni meteomarine, nell'hotspot sono rimasti poco più di 100 migranti. Quanto accaduto a Lampedusa è l'ennesima dimostrazione di come il sistema di accoglienza indiscriminata del nostro Paese faccia acqua da tutte le parti. Di tutti i quasi 2000 migranti di Lampedusa, per il momento solo 10 sono stati destinatari di un ordine di espulsione: verranno imbarcati su un volo charter per Potenza da dove saranno poi accompagnati alla frontiera.

La situazione a Lampedusa

Il deputato della Lega per Salvini Premier, l'onorevole Eugenio Zoffili, presidente della Bicamerale Schengen, Europol e Immigrazione, si è recato a Lampedusa per un sopralluogo dopo i traferimenti dei migranti. "Ho constatato con i miei occhi durante un sopralluogo al molo Favaloro che gli arrivi proseguono senza sosta: solo questa mattina ho assistito di persona insieme al nuovo vicesindaco di Lampedusa, Attilio Lucia, a tre diversi sbarchi coi quali sono approdati sull'isola un centinaio di clandestini", ha dichiarato il deputato. Le condizioni del mare sono migliorate e così sono riprese le partenze dalle coste africane: "Al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese dico che così non si può andare avanti. Le scene ignobili che abbiamo visto tutti nei giorni scorsi non si devono ripetere, questa non è accoglienza, è una vergogna che deve finire".

Il sistema dei charter per il rimpatrio

Solo la minima parte degli imigrati irregolari che arrivano nel nostro Paese vengono rimpatriati. "È previsto un charter da Palermo che dovrebbe rimpatriare una quarantina di tunisini", ci spiega Alberto Lieggio, segretario generale provinciale Italia Celere di Trapani. I voli charter dalla Sicilia per la Tunisia partono ogni martedì e ogni giovedì. È un'operazione nazionale, che prende il via dal nord Italia per concludersi alla frontiera con la Tunisia: "I tunisini presenti nei cpr nazionali vengono imbarcati sul volo charter che fa il giro dei diversi aeroporti: di solito parte da Torino, Milano e Trieste. Poi sosta a Roma e a Palermo. I tunisini arrivano all'aeroporto e fanno un colloquio con il funzionario del consolato di Tunisia e, se vengono riconosciuti come cittadini tunisini vengono imbarcati sul charter".

Tuttavia, può accadere anche che non vengano riconosciuti come cittadini tunisini o che dichiarino qualche problematica, come figli minori in Italia: "In quel caso il console può non riconoscerli o sospendere il provvedimento per accertamenti e verifiche sull'espulsione e, per esempio, per capire se esistono alternative per permettere il ricongiungimento con la famiglia". A quel punto, gli agenti della polizia di Stato sono chiamati a ulteriori controlli sul soggetto destinatario del provvedimento. "Nel caso in cui non vengano rimpatriati, vengono riportati nel cpr in attesa di svolgere gli accertamenti", ha concluso Alberto Lieggio.

Le criticità dei trasferimenti

Con il nuovo boom di contagi, tra le forze dell'ordine che operano a contatto con i migranti c'è nuovamente alta tensione. Gli agenti temono di contrarre il coronavirus, che li obbligherebbe a uno stop dal servizio e a subirne le conseguenze sarebbe lo stesso sistema di gestione degli immigrati, che è già a corto di poliziotti per la gestione. "Tra tutti gli stranieri trasferiti nelle ultime settimane è altissimo il numero di soggetti sottoposti al regime di autosorveglianza che ha manifestato richiesta di protezione internazionale ed è stato pertanto accolto in apposite strutture per rifugiati", spiega l'esponente sindacale di Italia Celere Trapani in un comunicato. Ma, "altrettanto grande è il numero di stranieri irregolari sottoposti al regime di autosorveglianza che, dopo aver ricevuto la notifica di un provvedimento di respingimento, non essendo stato possibile trattenerli presso un cpr nazionale per indisponibilità di posti, sono stati destinatari di un ordine del questore a lasciare il territorio nazionale entro 7 giorni".

Considerando la bassissima percentuale di soggetti vaccinati tra i migranti che arrivano in Italia, e considerando anche l'elevata possibilità che questi non rispettino le indicazioni su distanziamento, igiene mani e mascherine, è facile immaginare quali potrebbero essere le conseguenze sul medio termine.

Alberto Lieggio, in qualità di segretario generale provinciale Italia Celere di Trapani monitora la situazione di sua competenza, che non è rosea: "Grazie all’errata gestione dei trasferimenti da Pantelleria, sono state immesse in circolazione sul territorio nazionale delle potenziali armi biologiche innescate, che non sappiamo ove andranno a recare danno". E intanto l'Italia continua ad aprire i porti alle ong cariche di nuovi migranti.

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