L'imam che bastonava i bimbi. L'orco islamico è stato arrestato

La compagnia dei carabinieri di Vittorio Veneto (Treviso) ha dato esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti dell'imam Faruk Omar

In foto, Faruk Omar
In foto, Faruk Omar

Picchiava i piccoli studenti della scuola coranica di Pieve di Soligo con un grosso bastone fino a procurare loro estesi ematomi al corpo. Per questo motivo, l'imam di Treviso Omar Faruk, 36 anni, originario del Bangladesh ma residente a Mestre, in provincia di Venezia, è stato arrestato con l'accusa di maltrattamenti aggravati e violenza privata.

Strattoni, schiaffi in faccia, calci e bastonate alla schiena. Erano i metodi educativi con cui "il maestro di religione"dell'associazione culturale del Bangladesh di via G.Schiratti, a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, insegna il corano ai suoi alunni. Bambini in età compresa tra i 5 e i 12 anni che, ogni pomeriggio, nel doposcuola, subivano le vili angherie dell'Imam. Ma le violenze non si limitavano alle brutali percosse con la verga ma andavano ben oltre l'aggressione fisica.

"Ti taglio l'orecchio con un coltello", sarebbe stata questa una delle terribili intimidazioni che Omar Faruk avrebbe rivolto ad un bimbo di soli 6 anni durante una lezione sul Corano. Le minacce avrebbero fatto parte del suo "breviario professionale" abituale, dispensate senza alcuna misura a chiunque non riuscisse a recitare pedissequamente le sure in lingua araba. Così, i piccoli studenti erano costretti ad assecondare il delirio dell'Imam: feriti al corpo e umiliati nel profondo.

Le indagini del caso sono cominciate lo scorso giugno quando alcune maestre del centro hanno riscontrato una sospetta sofferenza degli alunni nonché la presenza di grossi ematomi su gambe e braccia di alcuni. Tutti segni inequivocabili di violenze consumatesi presumibilmente durante le ore di religione. A quel punto, sono cominciate le investigazioni ad opera del Nucleo Radio-Mobile dei Carabinieri di Vittorio Veneto che, attraverso l'acquisizione di intercettazioni ambientali, video e testimonianze delle vittime, hanno condotto all'imam Omar Faruk.

Dunque, lo scorso 29 luglio, il gip Gian Luigi Zulian aveva disposto per il 36enne bengalese il divieto di dimora in provincia di Treviso con l'accusa di maltrattamenti su minori. Successivamente e, nello specifico, alla data 1 ottobre, il Tribunale del Riesame veneto, su istanza del pubblico ministero Massimo Zampicini, ha modificato la restrizione con una prima ordinanza di custodia cautelare e accogliendo la tesi del pm secondo cui sarebbe esistito il rischio di "reiterazione di reato" qualora Omar Faruk avesse assunto il ruolo di guida spirituale in un'altra comunità di musulmani.

In quella circostanza l'imam, sobillato dall'atteggiamento di connivenza della comunità locale (genitori degli alunni compresi) aveva respinto le accuse. "Non ho fatto nulla di male – aveva dichiarato ai microfoni della stampa – non capisco perché mi state trattando così. Il bastone? Lo usavo per richiamare l'attenzione, non per dare le botte". Ma le registrazioni delle telecamere di sorveglianza hanno smentito in toto le sue dichiarazioni.

Nel pomeriggio di mercoledì 18 dicembre, i carabinieri della compagnia di Vittorio Veneto hanno dato esecuzione

all'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari con l'accusa di maltrattmenti aggravati e violenza privata. Il bengalese dovrà scontare la pena nella sua casa di Mestre, dove vive con la moglie e i tre figli.

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