Audi gialla, i timori degli agenti: "Chi ha il coraggio di sparare?"

L'Audi gialla si muove su strade molto frequentate. Una prova di forza potrebbe anche mettere a rischio l'incolumità di altre persone

Audi gialla, i timori degli agenti: "Chi ha il coraggio di sparare?"

"Come si ferma un'auto di questa potenza, che viaggia sul filo dei 260 chilometri orari?". Al quartier generale delle forze dell'ordine non viene nasconta la paura di uno scontro a fuoco. L'Audi gialla si muove su strade molto frequentate. Tanto che una prova di forza potrebbe anche mettere a rischio l'incolumità di altre persone. "In queste condizioni - ci si chiede - chi si assumerebbe la responsabilità di sparare, fosse anche alle gomme?". Determinante, per gli investigatori, è identificare il terzetto che non dovrebbe essere stanziale in Veneto, ma potrebbe avere appoggi logistici che gli permette di stare nascosto prima del prossimo raid.

Sull'attività dei banditi sono aperti vari fascicoli da più procure, tra cui quella di Vicenza, di Venezia, di Milano, di Trieste e di Padova, mentre sono in corso accertamenti per chiarire se ad Abano Terme (Padova), il primo episodio riferito all'Audi gialla, ci sia stato un conflitto a fuoco, cioè se in quel caso i malviventi abbiano usato armi da fuoco. L'attenzione tra le forze dell'ordine è alta. Sono pronti, nell'emergenza, ad alzarsi in volo l'elicottero dell'Arma come quello della Polizia di Stato. E sarebbero state già messe in campo due Lamborghini della Polstrada per acciuffare quella che è ormai considerata "la primula gialla".

Non hanno avuto esiti le ricerche sulla misteriosa Audi gialla avvistata in serata nel Trevigiano e poi svanita nonostante la caccia su un'ampia zona da parte delle forze dell'ordine. Proseguono, senza interruzione di sorta, i vertici operativi coordinati dalla Legione Veneto Carabinieri, con i rispettivi comandi provinciali, non solo con la polizia di Stato e la Guardia di Finanza, ma anche con la polizia Locale per orientare i servizi di controllo sul territorio.

Riunioni periodiche in un coordinamento che vede raccordata l'Arma veneta con quella delle regioni limitrofe, come il Friuli Venezia Giulia, l'Emilia Romagna, la Lombardia, ma anche la Toscana dove sembrerebbe che i tre malviventi si sarebbero resi responsabili di vari furti.

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