"Gli avrei tagliato la mano". Parlano le vittime del medico orco

Proseguono le indagini nei confronti del medico orco. L'uomo avrebbe violentato le sue pazienti

"Gli avrei tagliato la mano". Parlano le vittime del medico orco

"Mi era parso strano, ma non pensavo di correre pericoli, ero andata per un semplice problema all’orecchio". Con queste parole comincia il racconto di una delle vittime di Marco D’Annunzio, l’infettivologo dell’Ats di viale Jenner, a Milano. Le aveva fissato un appuntamento dopo l'orario di chiusura del centro, ma la giovane paziente non avrebbe mai pensato che l'eccessiva fiducia riposta in quell'uomo si sarebbe trasformata nel peggiore dei suoi incubi. La ragazza aveva chiamato per un'infiammazione che da giorni le causava dei fastidi all'orecchio. Arrivata sul posto il medico le avrebbe detto di divaricare le gambe e lei non aveva capito il senso di quelle parole. Dopo qualche minuto però la visita è mutata in sfioramenti e poi in vera e propria violenza sessuale.

Le indagini

Fino a ieri Marco D’Annunzio era ritenuto un "serio professionista" apprezzato da tutti. Insomma, un insospettabile. Era un infettivologo, responsabile dell’ambulatorio Crh-Mts dell’Ats di Milano e collaborava spesso anche con un’altra struttura del Policlinico in via Pace. "Era" perché, se le accuse nei suoi confronti venissero confermate, la sua carriera sarebbe rovinata.

Tutto sarebbe iniziato nel giugno 2021 a seguito di una segnalazione di un'anonima che aveva denunciato un abuso da parte di D'Annunzio. Nonostante ciò le indagini non erano partite subito a causa dell'assenza di prove. Il camice bianco aveva dunque continuato a lavorare regolarmente. Nel mese di dicembre, però, sarebbero emersi altri racconti di più persone che hanno fatto insospettire gli inquirenti.

Oggi D'annunzio si trova ai domiciliari con l'ipotesi di violenza sessuale aggravata su sei giovane donne, sue pazienti. Come riporta il Corriere della Sera, il gip Giulio Fanales, nell’ordinanza con cui dispone gli arresti domiciliari, concorda sulla pericolosità del 43enne: "Ha agito senza manifestare alcun tipo di scrupolo in merito alla scelta delle vittime, ragazze giovani e il più delle volte psicologicamente fragili".

I racconti delle vittime

"Ho pedalato a più non posso per non farmi raggiungere", ha continuato la giovane paziente con un problema all'orecchio. Con difficoltà ha dichiarato agli inquirenti che dopo la strana visita non ha potuto reagire perché si sentiva come paralizzata. Il dottore invece avrebbe fatto finta di niente e, chiudendo lo studio, si sarebbe pure offerto di darle un passaggio fino a casa. A quel punto la giovane ha cercato di mantenere la calma e approfittando della distrazione di D’Annunzio, ha afferrato la sua bici e ha cominciato a pedalare velocemente per seminare il suo aggressore.

Un'altra donna ha messo al verbale: "Mi sembrava più un massaggio erotico che una normale visita ginecologica. Mi è venuto istintivo chiudere le gambe, ma lui le ha riaperte, provando a rassicurarmi. Gli avrei voluto rifilare un calcione, ma ero paralizzata". "Gli avrei voluto tagliare la mano", afferma un’altra vittima, invece "mi sono sentita sopraffatta".

Secondo questi racconti, sembrerebbe che il medico aveva l'abitudine di approfittare delle sue pazienti per fare controlli non richiesti e che non spettavano alla sua professione. Non solo, sembra anche che durante le visite D'annunzio avrebbe fatto più volte domande esplicite sulla vita sessuale delle donne e ad alcune avrebbe chiesto il numero di cellulare con il quale, oltre che informarle sui vari esiti, continuava con un approccio poco professionale. A una di loro avrebbe anche chiesto le foto delle parti intime per capire se l'infezione fosse guarita del tutto.

"Io ho grande fiducia nella magistratura e quello che mi auguro è che venga chiarito tutto nel minor tempo possibile", ha dichiarato l’assessore regionale al Welfare Letizia

Moratti. "Dovesse essere confermato sarebbe un grande dolore, perché sono azioni che è difficile pensare che possano essere compiute, in particolare da un medico nei confronti dei propri pazienti".

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