"Roba da MinCulPop". La bandiera arcobaleno dispiegata tra i vessilli istituzionali fa indignare la Lega. A Milano, alcuni esponenti locali del partito di Matteo Salvini hanno manifestato il loro disappunto per l'esposizione di uno stendardo "rainbow" sulla facciata della sede municipale di viale Zara. Una scelta che, sulla pagina Facebook dello stesso Muncipio 2, è stata rivendicata come il simbolo di una formale adesione alla manifestazione Milano Pride 2022 e all'Onda Pride. Come già accaduto con la decisione del sindaco Beppe Sala di tappezzare la città ambrosiana con simboli arcobaleno, la mossa è diventata motivo di divisioni.
"Dietro a questa bandiera si cela una sofisticata macchina propagandistica e di censura del pensiero non allineato al mainstream. Dietro a presunti diritti civili si nasconde la diffusione di una fluidità celebrata in ogni dove, il fatto che si possa cambiare sesso a piacimento, l’utero in affitto e che maschio e femmina siano costruzioni culturali", hanno attaccato i consiglieri leghisti Luca Lepore, Michela Capobianco, Lorenzo Bruschi e Luigi Colantuoni. E ancora, in tono polemico: "Il Municipio 2 inaugura così l’assessorato alla cultura popolare, una tragica caricatura di quello che fu il MinCulPop".
Nelle stesse ore, sui social, la sede municipale di viale Zara rilanciava il proprio sostegno politico alle sudette manifestazioni, "con l’esposizione della bandiera rainbow sulla facciata, al civico 98, nella settimana della parata del 2 luglio 2022, e la realizzazione di materiale informativo che miri a promuovere i servizi esistenti presso il Comune di Milano rivolti espressamente alla comunità Lgbtq+". Ora, mentre la bandiera della discordia resta esposta, la Lega non intende demordere: i consiglieri del partito salviniano hanno fatto sapere che la contestazione verrà replicata per ogni municipio milanese in cui è stato o verrà esposto il vessillo arcobaleno.
In riferimento alla mossa politica promossa da sinistra, i leghisti del Municipio 2 hanno poi commentato: "Non ce ne stupiamo, da parte di chi ha paragonato il crocifisso ad un oggetto d'arredo. Evidentemente la difesa dei diritti e della libertà di pensiero è unidirezionale e dispotica. Ci sentiamo a disagio ad essere rappresentati da chi in otto mesi non è stato in grado di affrontare alcun tema di carattere sociale e di politiche per la famiglia e trova il tempo per esporre una bandiera tanto inutile quanto divisiva".
Nelle scorse ore, aveva suscitato dibattito la decisione di Regione Lombardia di negare il proprio patrocinio al Gay Pride di Milano del 2 luglio prossimo. Una scelta che era stata motivata dal Pirellone con la seguente nota: "Regione Lombardia condivide l’importanza di iniziative dedicate a promuovere coesione, parità, sensibilizzazione e rispetto delle identità e dei diritti politici, umani, sociali, civili.
Per quanto riguarda il Pride Milano in particolare, a seguito delle verifiche e delle riflessioni interne e a seguito di episodi che hanno provocato critiche istituzionali e dell’opinione pubblica, è stato ritenuto di non concedere il patronato istituzionale di Regione Lombardia alla parata del prossimo 2 luglio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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