Un nuovo allarme arriva dalla Basilicata per la presenza di gas radon. Si parla di una ipotetica contaminazione radioattiva in ben dieci Comuni lucani. A darne notizia è il quotidiano regionale "La Gazzetta del Mezzogiorno".
A luglio dello scorso anno è terminata un'indagine dell'Arpab (l'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Basilicata) sulla concentrazione di radon anche nelle scuole della Basilicata dal 2014 al 2018.
Secondo la normativa italiana l'esposizione al gas radioattivo non deve superare certi limiti. In particolare cinquecento becquerel a metro cubo. L'Unione europea è più severa, l'esposizione al radon, come si legge sulla Gazzetta, non deve superare i trecento becquerel a metro cubo e, addirittura, l’organizzazione mondiale della sanità abbassa la soglia massima di esposizione a cento becquerel per metro cubo.
Detto questo, secondo lo studio portato avanti negli ultimi quattro anni dall'Arpab, nel 70 per cento dei Comuni lucani le concentrazioni di radon sono sempre inferiori ai 200 becquerel per metro cubo. Il 14 per cento dei centri abitati in Basilicata supera i 200 becquerel per metro cubo. Tra questi, come scrive Pino Perciante sulla Gazzetta, figura Matera dove i valori più alti di gas radon sono stati rilevati nella zona dei Sassi. Nel 16 per cento dei Comuni ci sono valori superiori a 300 becquerel per metro cubo, e in circa la metà di questi centri si sono registrati valori anche oltre i 400 becquerel.
In particolare sono dieci i Comuni in cui esiste un rischio elevato con valori superiori a 400 becquerel per metro cubo.
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