La magistratura deve far chiarezza sulla mancanza di acqua potabile nei comuni di Matera, Policoro, Nova Siri e Scanzano Jonico in Basilicata. È quanto richiesto dal "comitato jonico acqua pulita" in merito alla mancanza di acqua potabile, fornita dall'ente pubblico "Acquedotto Lucano", dal 17 al 21 aprile scorsi.
L'avviso della mancanza di acqua potabile nelle case è stato reso noto dai sindaci dei tre Comuni lucani attraverso un'ordinanza con il divieto di bere l'acqua del rubinetto. Il motivo? Perchè pare siano state effettuate alcune analisi da parte dell'azienda sanitaria. Per controllare l'eventuale superamento, oltre la soglia consentita, di alcuni valori nell'acqua. Nello specifico si tratta di trialometani, cioè derivati contenenti il cloro, impiegati nella disinfezione di serbatoi ed impianti idrici. Nei tre Comuni, l'acquedotto lucano ha disposto l'impiego di autobotti, non senza le polemiche e le preoccupazioni dei cittadini che hanno potuto utilizzare l'acqua del rubinetto solo per l'igiene personale e per la pulizia degli ambienti.
"Ordinanze che hanno determinato nelle popolazioni locali una comprensibile preoccupazione, anche perché riguardano la risorsa acqua, bene primario e indispensabile che va sempre tutelato", ha sottolineato in una nota stampa Legambiente che ha chiesto "trasparenza e analisi accurate che permettano di sapere in tempi rapidi cosa ha determinato questa non conformità per poter mettere tempestivamente in atto tutti gli interventi necessari a far rientrare il fenomeno a tutelare la salute pubblica".
Nel frattempo Acquedotto Lucano ha specificato che le ultime analisi eseguite sulla rete idrica alimentata dal potabilizzatore di Montalbano Jonico (a servizio anche del territorio di Policoro e di quello di Nova Siri Marina) hanno rilevato "la buona qualità dell'acqua erogata e nessun superamento dei limiti di trialometani" e che le ordinanze dei sindaci "sono state emesse a scopo cautelativo". Sono stati inoltre pubblicati sul sito dell'Acquedotto Lucano i risultati delle analisi dell'acqua.
La cosa, però, non ha convinto i cittadini che si sono riuniti nel comitato "acqua pulita" e che oltre all'intervento della magistratura hanno chiesto un'interrogazione parlamentare e l'ispezione ministeriale.
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