L'accoglienza dei migranti è un settore che - nel caso sussistano delle motivazioni - può essere attenzionato dalle forze dell'ordine e dalla magistratura: Padre Antonio Zanotti è finito agli arresti domiciliari. Ma l'ex consacrato non è l'unico ad essere accusato di far parte di un "sistema di malaffare", così come si apprende dalla stampa locale del bergamasco, la zona interessata dall'indagine portata avanti dal pm Fabrizio Gaverini. Altri due membri di una cooperativa sono finiti agli arresti domiciliari. Bisognerà aspettare le risultanze ed il proseguo dell'inchiesta, ma nella nota stampa diramata in relazione al provvedimento autorizzato dal Tribunale vengono evidenziate fattispecie pesanti: si parla pure di "sfruttamento dei migranti in attività lavorative prive di tutele" .
L'operazione che ha portato agli arresti domiciliari per tre persone è scattata nel corso della mattinata di ieri. Stando a quanto ripercorso su L'Eco di Bergamo, le accuse individuate dagli inquirenti sono piuttosto corpose: "Associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato attraverso l’acquisizione di erogazioni pubbliche non spettanti, sfruttamento del lavoro nero, riciclaggio ed altro". Ma che ruolo svolgeva, almeno dal punto di vista formale, il padre pro accoglienza? Zanotti, che potrebbe dunque avere delle responsabilità più amplie, figurava come "padre spirituale".
Nel corso del 2018, padre Antonio Zanotti era balzato agli onori delle cronache per via di accuse riguardanti violenze sessuali. Un giovane all'epoca ha raccontato di essere stato violentato dal consacrato: "Due mesi fa, a causa degli ultimi gravi abusi subiti, sempre nelle stesse modalità delle minacce miste a lusinghe e ricatti, trovai la forza di andarmene definitivamente, preferendo vivere per strada piuttosto che vivere l’annullamento della mia persona. A seguito di ciò sono stato aggredito, picchiato e minacciato". Questo è uno dei virgolettati della denuncia riportata ai tempi. Anche questi fatti sarebbero avvenuti all'interno di un contesto in cui si diceva di praticare l'accoglienza. Il fatto che un giovane migrante abbia accusato l'ex padre, però, avrebbe dato modo alle lenti d'ingrandimento di chi è deputato ad indagare di soffermarsi su altri aspetti: quelli che sarebbero emersi mediante l'attività inchiestistica che ha preceduto gli arresti.
La notizia dell'arresto dei tre, intanto, è stata commentata dall'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini: "Mentre il governo insiste con la sanatoria, spalanca i porti e pensa di cancellare i Decreti sicurezza, la procura di Bergamo indaga l'ex numero uno della Caritas, una cooperativa e alcuni funzionari pubblici. Decine di persone coinvolte e addirittura un sacerdote ai domiciliari", ha dichiarato il leader leghista, secondo quanto si apprende anche mediante l'Adnkronos. E ancora: "L'accusa è associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Il sospetto: dietro gli appelli e le campagne per l'accoglienza e la solidarietà degli immigrati (con frequenti attacchi alla Lega) c'era sete di denaro".
Il pensiero del vertice del Carroccio è chiaro: il governo giallorosso starebbe destrutturando la linea scelta dall'esecutivo precedente.
Infatti Salvini in conclusione del suo discorso rincara ancora la dose: "Attendiamo con grande attenzione gli sviluppi, con l'orgoglio di aver fatto di tutto per fermare il business dell'immigrazione clandestina. Con questa maggioranza e con alcune cooperative è tornata la pacchia dei clandestini, a spese degli italiani".
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