Biella, scandalo al forno crematorio: resti umani lasciati in scatole

Le forze dell’ordine indagavano da tempo circa alcune gravi irregolarità commesse dall’agenzia funebre Socrebi. Questa mattina è scattato l’arresto per il titolare ed un dipendente: resti umani abbandonati in scatoloni all’interno del tempio crematorio

Biella, scandalo al forno crematorio: resti umani lasciati in scatole

Orrore a Biella, dove alcuni resti umani sono stati rinvenuti dentro a degli scatoloni lasciati incustoditi nella struttura che ospita il forno crematorio di uno dei cimiteri del comune piemontese.

Sulla vicenda, al momento, permane un assoluto riserbo, soprattutto per garantire il regolare svolgimento delle indagini e tutelare le molte famiglie rimaste, a loro insaputa, coinvolte.

A gestire il tempio crematorio è la SoCreBi, azienda di proprietà della storica impresa di pompe funebri Ravetti. Grazie ad un’operazione di project financing, la società aveva potuto attuare il suo progetto e costruire la struttura con impianto di cremazione annesso. Un lavoro costato circa due milioni di euro.

Stando alle ultime notizie, inoltre, l’azienda, che si era assicurata la gestione dell’attività per 27 anni, ha da poco fatto richiesta al comune per ottenere i permessi necessari alla costruzione di un secondo forno. Progetto che, a maggior ragione visti gli ultimi sviluppi, non verrà attuato.

Questa mattina, i carabinieri di Biella hanno infatti effettuato un blitz al cimitero di viale dei Tigli. Sotto lo sguardo attonito dei primi visitatori, i militari del nucleo di polizia giudiziaria hanno arrestato il titolare della SoCreBi ed un dipendente, per poi mettere i sigilli alla struttura adibìta a tempio crematorio.

Gli inquirenti hanno fatto sapere di stare da tempo controllando la società, sospettata di avere commesso gravissime inadempienze nel trattamento dei cadaveri loro affidati. I corpi sarebbero stati infatti lasciati in condizioni di degrado ed abbandono sia prima della cremazione che dopo.

Le due misure di custodia cautelare sono state emesse a conclusione di una lunga serie di indagini, coordinate dal procuratore Teresa Angela Camelio, che hanno effettivamente portato alla luce diverse anomalie. Ad incastrare i responsabili hanno contribuito le immagini ricavate dalle videocamere nascoste, posizionate all’interno dei locali dalle forze dell’ordine.

In questo modo sarebbero stati individuati gli scatoloni incriminati.

Dal momento che il forno crematorio è stato sottoposto a sequestro, nella mattinata di oggi una decina di funerali non ha potuto aver luogo.

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