Biotestamento, l'arcivescovo attacca: "Cattolici indifferenti"

Biotestamento, l'arcivescovo Crepaldi accusa una parte di mondo cattolico: "indifferenza generale". Ecco le accuse alla linea "fluida" del Vaticano

Biotestamento, l'arcivescovo attacca: "Cattolici indifferenti"

L'approvazione della legge sul biotestamento sarebbe passata anche grazie all'indifferenza del mondo cattolico. È questa l'accusa che arriva da Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste. In una nota pubblicata da L'Occidentale, Crepaldi ha dichiarato che: "Giovedì scorso14 dicembre il Parlamento italiano ha approvato la legge cosiddetta sulle DAT che apre all’eutanasia, persino in forme più accentuate che in altri Paesi". E ancora: "Durante la fase della discussione in Parlamento e nel Paese anche io, come vescovo e come presidente dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân, ero intervenuto, insieme ad altri, come per esempio il Centro Studi Rosario Livatino, per mettere in evidenza la gravità del contenuto di questo testo di legge". L'ideologia libertaria e nichilista di molti parlamentari - però, secondo il prelato - avrebbe prevalso e a nulla sarebbero servite le perplessità espresse da una parte dei cattolici. Quello che l'arcivescovo evidenzia - infatti - è proprio il dato per cui solo una porzione dei cattolici, tra quelli che sarebbero potuti intervenire in merito, abbia criticato il provvedimento.

Continua l'arcivescovo triestino: "Preoccupa molto che in questa legislatura leggi così negative siano state approvate in un contesto di notevole indifferenza. Esprimo il mio compiacimento e sostegno per tutti coloro che si sono mobilitati, con la parola, gli scritti ed anche con le manifestazioni esterne, per condurre questa lotta per il bene dell’uomo. Devo però anche constatare che molti altri avrebbero dovuto e potuto farlo. Questa mia osservazione vale anche per il mondo cattolico. Ampie sue componenti si sono sottratte all’impegno a difesa di valori così fondamentali per la dignità della persona, timorose, forse, di creare in questo modo muri piuttosto che ponti". L'invettiva è di quelle forti: Crepaldi non nomina mai il pontefice, ma sembra in qualche modo assecondare chi sostiene che l'attuale linea della Chiesa sull'eutanasia sia troppo "fluida". Nelle giornate successive all'approvazione della legge sul biotestamento, sono arrivate le prime opposizioni: don Carmine Arice, superiore generale del Cottolengo, ha detto che l'istituto farà obiezione di coscienza anche al costo di arrivare a processo: "Penso che in coscienza non possiamo rispondere positivamente ad una richiesta di morte: quindi ci asterremmo con tutte le conseguenze del caso", ha dichiarato.

Crepaldi ha sottolineato un malcontento generale, simile a quello di molti tradizionalisti cattolici. Antonio Socci, giornalista molto critico dell'operato di papa Bergoglio, ha scritto sul suo profilo Facebook: "Che dire dell'ennesivmo vergognoso silenzio di Bergoglio sulla legge del fine vita (nel paese di cui è primate)?".

E ancora: "Non so se Bergoglio personalmente creda in Dio (io temo di no: crede nel suo io), ma che ci creda o no, qualcuno gli ricordi che dovrà rispondere davanti a Dio dei suoi atti e delle sue omissioni...". Se Crepaldi pare attaccare i parlamentari cattolici che hanno taciuto - insomma - altri accusano papa Francesco per l'approvazione della legge sul biotestamento.

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