Erano diventati il terrore di anziani e turisti. Avvicinati agli sportelli bancari o nei distributori di carburante, venivano derubati delle carte bancomat, e dei relativi codici segreti, con cui effettuavano prelievi in diversi parti d'Europa, prosciugando i loro conti. Sei francesi di origine magrebina sono stati così catturati nell'ambito dell'operazione "Bengodi", portata a termine polizia italiana di Imperia con la police nationale transalpina, che ha permesso di sgominare una banda dedita ai furti di bancomat e ai successivi prelievi di contanti: tra Francia, Spagna e, per l'Italia, le province di Imperia e Savona, ma anche Piemonte, Valle d'Aosta e altre località del nord.
Si stimano un centinaio di prelievi, per complessivi 65mila euro di denaro sottratti; mentre trentacinque sono le vittime accertate dei furti. Determinante è stata la formazione - prima volta per i reati contro il patrimonio - di una squadra investigativa comune formata dalla squadra mobile di Imperia e dal Groupe de la Délinquance astucieuse della "Direction départementale de la sécurité publique" (Ddsp) des Bouches-du-Rhône.
Gli arresti sono stati eseguiti a Marsiglia e, dopo il periodo di garde à vue (una sorta di fermo di polizia giudiziaria, che per queste tipologie di reati è della durata di ventiquattro ore, prorogabili per altre ventiquattro) i fermati sono stati interrogati. Molti di loro hanno ammesso i propri addebiti. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati anche un'auto clonata, munita di una carta di circolazione rubata in Sicilia, nel 2014 e altre autovetture di lusso.
I fermati sono stati trasferiti in custodia cautelare nel carcere di Marsiglia, in attesa di essere processati il prossimo mese di febbraio dal tribunale di grande istanza. "Il messaggio che vogliamo mandare al crimine internazionale è che non basta valicare la frontiera per garantirsi l'impunità, visto che ci stiamo attrezzando per chi si sposta dalla Francia all'Italia, e viceversa, per commettere un delitto - ha affermato il procuratore di Imperia, Alberto Lari, alla presentazione dei risultati dell'operazione -. Abbiamo utilizzato questo strumento abbastanza innovativo della squadra investigativa comune e credo che sia la prima volta che viene utilizzato soprattutto nei reati contro il patrimonio. Le prime applicazioni sono avute nell'ambito della criminalità organizzata".
Soddisfazione per il risultato raggiunto, anche da parte di André Ribes, procuratore aggiunto di Marsiglia: "E' un'operazione importante, portata a termine grazie alla creazione di una squadra investigativa comune, già testata per quanto riguarda la criminalità organizzata, basata sul diritto europeo. Non si tratta di delinquenza o terrorismo, ma di ciò che tocca da vicino tutti i cittadini. Con questa collaborazione vogliamo dimostrare ai delinquenti di tutti i Paesi che si sta costruendo un fronte comune, attraverso convenzioni internazionali, che permettono una reale collaborazione tra procure e polizia".
Il decreto legislativo numero 34 del 15 febbraio 2016, attuativo della normativa europea, ha consentito, per la prima volta, su richiesta delle Autorità italiane, di costituire tra Italia e
Francia un Joint Investigation Team nell'ambito della criminalità comune, con un chiaro messaggio per chi delinque: non esistono più frontiere al contrasto al crimine, anche quando non si tratta di criminalità organizzata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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