Buoni pasto al posto dei soldi, protestano i migranti

La protesta va in scena a Fauglia, in provincia di Pisa, dove i richiedenti asilo hanno occupato la strada in cui si trova il centro d’accoglienza; i Carabinieri riportano l’ordine

Buoni pasto al posto dei soldi, protestano i migranti

Dei buoni pasto sostituiscono il denaro che veniva loro elargito quotidianamente dalla Cooperativa, tanto basta per mettere in scena una protesta.

Siamo a Fauglia, località nella provincia di Pisa. Qui un gruppo di richiedenti asilo, provenienti dalla zona del Corno d’Africa (Etiopia, Eritrea, Somalia, Gibuti), ha protestato occupando la strada dove si trova il centro d’accoglienza presso il quale sono ospiti. L’origine delle rimostranze è da ricercare nel cambio di politica adottato dalla Cooperativa che gestisce il Centro: non più denaro contante per i migranti ospiti, bensì dei buoni pasto spendibili solo per acquistare cibo in un supermercato del paese.

I richiedenti asilo pretendevano invece di poter continuare a ricevere i soldi che venivano loro elargiti quotidianamente ma che, secondo quanto riferito, erano utilizzati per l’acquisto di alcolici. Ecco il motivo per cui la Cooperativa ha deciso di intervenire, sostituendo il denaro contante con dei semplici buoni pasto, da utilizzare unicamente per acquistare del cibo e non più alcool.

I quindici africani, protagonisti della protesta, hanno continuato ad occupare la strada nonostante i tentativi di conciliazione da parte dei collaboratori del centro di accoglienza, i quali sono stati costretti infine a richiedere l’intervento dei Carabinieri.

I militari della Compagnia di Pontedera, intervenuti in ausilio ai colleghi della stazione di Fauglia, sono riusciti dopo una mezzora a riportare la situazione nella norma ed a far sgomberare la strada, per consentire al traffico che si era fin lì accumulato di smaltirsi.

Non è la prima volta che nella zona si registrano atti di protesta ad opera di migranti.

Lo scorso anno, due richiedenti asilo ospiti al Brichotel di Ponsacco, avevano addirittura sequestrato un operatore dell’accoglienza, colpevole secondo loro della mancata concessione del documento di riconoscimento da parte del Comune. I due, è questa una notizia recente, sono stati espulsi dal territorio nazionale e non riceveranno lo status di asilo politico.

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