"C'è un killer in azione". Così il poliziotto eroe è corso nella scuola della strage

La storia di Jacob Albarado: il giovane poliziotto fuori servizio, allertato dalla moglie insegnante, è intervenuto alla Robb Elementary School per salvare consorte e figlia. Ma montano le proteste per i ritardi dei soccorsi

"C'è un killer in azione". Così il poliziotto eroe è corso nella scuola della strage

"C'è un assassino in azione. Aiuto. Ti amo". Jacob Albarado, giovane ufficiale della pattuglia di frontiera fuori servizio, non ha esitato un attimo ed è passato all'azione. Quel disperato messaggio d'allarme, apparso sul suo cellulare, arrivava dalla Robb Elementary School di Uvalde, firmato dalla moglie Trisha, insegnante di quarta elementare nel medesimo istituto. Era tutto tremendamente chiaro: c'era una sparatoria in corso e bisognava intervenire. Subito. Così il polizotto, che in quel momento non era al lavoro e si trovava in una barberia per tagliarsi i capelli, ha agito d'istinto.

La sua decisione di dirigersi al più presto verso il complesso scolastico, oggi, viene considerata eroica. Jacob Albarado è stato tra i primi a intervenire sul luogo della strage, riuscendo a mettere in salvo decine di alunni. Tra di essi, anche sua figlia Jayda, di otto anni. Alla richiesta di aiuto della moglie, il poliziotto aveva imbracciato il fucile del proprio barbiere e con quest'ultimo si era precipitato alla Robb Elementary School. Sul posto, il giovane ha preso contatti con una squadra d'irruzione che già si stava organizzando per entrare in azione e scovare l'uomo armato. "Ho solo fatto quello per cui ero stato addestrato", ha detto l'agente. Così, è iniziata la caccia al killer.

Prima di stanare e neutralizzare Salvador Ramos, il 18enne assassino, Albarado si è però adoperato con gli altri colleghi per evacuare il maggior numero possibile di bambini. Il suo pensiero costante era alla piccola Jayda. "Sto cercando mia figlia, ma so anche in quale ala della scuola si trova", avrebbe ripetuto il poliziotto ai colleghi. Mentre due agenti armati fornivano una copertura, altri due scortavano gli alunni fuori da quello che era diventato un incubo. "Erano solo tutti isterici e spavenetati, ovviamente", ha detto Jacob al New York Times, che ha approfondito la sua storia. Quando finalmente ha visto sua figlia, il poliziotto l'ha abbracciata, consapevole però che il suo compito non era concluso. Per porre fine a quell'inferno, infatti, bisognava bloccare il killer.

Ramos, secondo quanto ricostruito, si trovava barricato e armato in un'altra ala della scuola. Raggiunto e messo all'angolo dagli agenti, il giovane avrebbe sparato raffiche di colpi alle pareti e alla porta, prima che una squadra speciale riuscisse a irrompere e a ucciderlo. A colpire mortalmente il killer era stato proprio un collega di Jacob, la cui vicenda viene applaudita sì, ma tra molte polemiche.

Gli inquirenti infatti stanno cercando di capire perché siano passati dai 40 ai 60 minuti prima dell'intervento delle forze dell'ordine nell'istituto: un dato che ha fatto letteralmente scoppiare la rabbia dei genitori e dei parenti delle vittime.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica