Il capitano De Falco: "Schettino in cattedra e io spedito in ufficio"

De Falco rimosso dal settore operativo della Capitaneria: "Sto pagando per tutto quello che ho fatto la notte della Concordia..."

Il capitano De Falco: "Schettino in cattedra e io spedito in ufficio"

"Torni a bordo, cazzo". Il capitano Gregorio De Falco divenne famoso per quell'ordine intimato con voce perentoria al comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino. Ma coluì che proonunciò quella frase, oggi torna alle cronache per denunciare che, anche per colpa di quella stessa frase, la sua carriera non è più la stessa. "Sono amareggiato e sto riflettendo su molte cose, comprese le stellette che porto addosso", dice De Falco intervistato da La Repubblica. Ma cosa è successo? Il Capitano a fine settembre sarà trasferito in altri uffici e dovrà lasciare il settore operativo della Capitaneria di Livorno.

Schettino sale in cattedra e De Falco viene rimosso dal suo incarico. "Mi fa riflettere sulla circostanza che questo Paese è storto, privo di riferimenti corretti in cui le persone risponadano per il ruolo e la responsabilità che hanno", dice De Falco. Che sulla motivazione del suo trasferimento ha un'idea ben precisa: "Penso che ci possa essere un collegamento col lavoro che ho fatto per il soccorso e forse nelle indagini. Quella notte io la ricordo bene, non sapevamo nemmene esattamente quante persone ci fossero sulla nave e i vertici di Costa alla domanda di un giornalista tre giorni dopo il naufragio su quante persone fossero sulla Concordia risposero di chiedere alla protezione civile...

Quando ho fatto scendere le persone dalla biscaggina, ordinai di mettere sotto le zattere gonfiabili e in questo modo salvammo due bambini che caddero dalla scalette". Insomma, De Falco è amareggiato e a peggiorare il quadro c'è il fatto che molti suoi colleghi hanno avuto ruoli di comando , mentre lui no. "Non mi lamento, ma trasferirmi è troppo".

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