Sovraffollamento e suicidi: i mali delle carceri italiane

In 63 si sono tolti la vita nel 2011. Peggio solo la Francia. Per ogni cento posti ci sono 145 detenuti

Sovraffollamento e suicidi: i mali delle carceri italiane

Il Consiglio d'Europa ha pubblicato un rapporto sulla situazione delle carceri che fotografa anche la realtà italiana. Gli istituti penitenziari del nostro Paese detengono nel Vecchio Continente il secondo risultato peggiore su due fronti: il sovraffollamento e il numero dei suicidi.

Nelle carceri di casa nostra, nel 2011 si sono suicidati sessantatre detenuti, un numero che è superato soltanto dalla Francia, dove si sono tolte la vita cento persone. Il rapporto considera anche i morti dietro le sbarre, dato che comprende anche il numero di suicidi. In questo caso in cima alla lista c'è l'Ucraina, dove nel 2011 sono morte 1009 persone. In Italia i deceduti sono soltanto 165. Le cause di decesso non sono esplicitate, ma nessuno è stato vittima di omicidio.

L'Italia è uno dei Paesi con meno fughe dalle carceri o durante il trasporto in tribunale. Soltanto cinque nel 2011, laddove in Svizzera le evasioni sono state trentatre. Durante il regime di semi libertà o i permessi, quando il maggior numero di persone si danno alla macchia, in Italia sono scappate 148 persone. Un numero che comunque non si avvicina a quello di Spagna e Francia (rispettivamente 1.510 e 888 detenuti).

In compenso l'Italia detiene un record negativo per quanto riguarda il sovraffollamento degli istituti penitenziari. Per ogni 100 posti disponibili, ci sono 145,4 detenuti. Peggio fa soltanto la Serbia.

Lo scorso anno l'Italia era seconda anche tra i Paesi Ue, dietro la Grecia, che quest'anno non ha però forniti i dati.

Il capo dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria (Dap) sostiene comunque che nessuno ha meno di tre metri quadri di spazio vitale.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica