Cari europeisti vi conviene fare un gran tifo per Fitto

I commissari saranno un ibrido: non fino in fondo rappresentanti delle loro forze politiche e neppure dei Paesi di provenienza. Può piacere o meno, ma questa è la realtà delle cose. Ed è in questa situazione che l'Europa si trova ad affrontare uno dei tornanti più difficili

Cari europeisti vi conviene fare un gran tifo per Fitto
00:00 00:00

L'Europa dei classici ha conosciuto la contrapposizione tra federalisti e confederalisti: i primi sostenitori dello Stato sovranazionale, i secondi dell'Europa delle nazioni. Da allora, sotto i ponti, è scorsa tant'acqua e oggi l'edificio europeo è differente da entrambi i modelli che a lungo si sono scontrati. Più complesso e, in alcuni suoi tratti strutturali, più complicato. L'Europa, insomma, non è più né quella federale che piaceva ad Altiero Spinelli né quella confederale che avrebbe voluto il generale De Gaulle.

Il processo di formazione della Commissione al quale stiamo assistendo fotografa bene questa situazione. I commissari saranno un ibrido: non fino in fondo rappresentanti delle loro forze politiche e neppure dei Paesi di provenienza. Può piacere o meno, ma questa è la realtà delle cose. Ed è in questa situazione che l'Europa si trova ad affrontare uno dei tornanti più difficili. I rapporti presentati da Enrico Letta e Mario Draghi - il primo sul mercato interno, il secondo sulla competitività - convergono nell'indicare la via delle riforme necessarie. Mentre Letta, però, giudica quanto fin qui fatto un successo, e ritiene l'unità europea ormai imprescindibile, Draghi paventa lo spettro del possibile fallimento. Ritiene necessario un cambio di passo, ora e subito.

L'accelerazione andrebbe prodotta mentre i sistemi politici di Germania e Francia si trovano entrambi in crisi, sfidati da populismi che, dopo un attimo d'appannamento, sono tornati alla ribalta e che hanno messo nel mirino, come loro principale obbiettivo, proprio il processo di unificazione. Servirebbe, per questo, come il pane, in entrambe le realtà, dividere il fronte dei sovranisti, per provare a romanizzare almeno una parte dei barbari. Di fronte a questo quadro, quanto meno complesso, ai sedicenti europeisti nostrani - e non solo a loro - viene in mente di opporsi alla nomina di Raffaele Fitto, il commissario designato dall'Italia. Sarebbe questo il modo di far pagare al suo capo, Giorgia Meloni, il voto contrario a Ursula von der Leyen.

Si può condividere o meno quella decisione, la si può persino ritenere uno dei principali errori commessi dalla giovane premier. Così come, si può avere un giudizio più o meno positivo sul Fitto politico. Chiunque in buona fede, però, avrebbe serie difficoltà a metterne in dubbio l'europeismo, una moderazione quasi antropologica, il fatto che nel suo partito rappresenti l'ala più dialogica con l'Europa. Concepirne la bocciatura si configura come un gigantesco autogol, e non solo per motivi connessi all' interesse nazionale. Sono le ragioni che rimandano alla convenienza dell'Europa ad essere per prime chiamate in causa. La scelta, infatti, in una situazione nella quale gli europeisti di Germania e Francia si trovano sotto tiro, alimenterebbe l'opposizione anche in Italia e compatterebbe il fronte sovranista. Il processo di romanizzazione diverrebbe pressoché impossibile. E, con tutti i grandi Paesi storici impegnati a contrastare opposizioni interne, rapporti come quelli di Letta e Draghi si trasformerebbero in meri esercizi di stile. Il tutto alla vigilia di elezioni americane che potrebbero determinare la necessità, per l'Europa, di contare anche su forze intermedie, in grado di rendere meno duro il rapporto transatlantico. Quel che colpisce ancor più, è che l'idea d'impallinare Fitto sia stata concepita da politici sedicenti europeisti a tutto tondo, di quelli senza macchia e senza paura.

La circostanza aiuta a comprendere dove risiedono molte delle odierne difficoltà del Vecchio Continente: in troppi, e troppo a lungo, hanno trasformato l'Europa in materia teologica, dimenticando l'empiria necessaria ad affrontare la realtà, che, può piacere o meno, resta pur sempre la realtà.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica