Blitz a Palazzo Marino, nuovo processo di appello all'esponente di Casapound

La Cassazione ha annullato la condanna a un anno di reclusione ordinando un processo bis per Francesco Polacchi, editore di Altaforte ed esponente di Casapound, per il blitz a Palazzo Marino del 2017

Blitz a Palazzo Marino, nuovo processo di appello all'esponente di Casapound

La Cassazione ha annullato la condanna a un anno di reclusione e ha ordinato un processo bis per Francesco Polacchi, editore di Altaforte ed esponente di Casapound, nel processo per i fatti di Palazzo Marino del 2017. A dare la notizia è stato lo stesso Polacchi che in una nota ha fatto saper:"Ieri ci è arrivata la comunicazione della decisione della Cassazione di annullare della sentenza di condanna per i fatti di Palazzo Marino risalenti al 2017".

La protesta contro il sindaco

Polacchi ha spiegato di non essere ancora a conoscenza della motivazione ed ha aggiunto che "il processo di appello bis sarà un'ulteriore occasione per poter dimostrare la falsità delle accuse che mi sono state rivolte: il sottoscritto non è colpevole dell'accusa mossa dal pm e porterò nuovamente davanti ai giudici la mia posizione''. Secondo quanto ricostruito dall'accusa, il 29 giugno del 2017 Polacchi avrebbe fatto irruzione a Palazzo Marino, in occasione di un consiglio comunale di Milano, insieme ad alcuni militanti di CasaPound per protestare contro il sindaco di Milano Giuseppe Sala.

Una volta uscito dall'edificio, il gruppo si sarebbe imbattuto in una delegazione locale dell'Anpi, con la quale avrebbe avuto inizialmente uno scontro verbale. In seguito, sempre secondo l'accusa, sarebbe avvenuta un'aggressione nei confronti di due persone intervenute in difesa di una terza. Polacchi era stato indagato per lesioni aggravate resistenza e lancio di oggetti pericolosi, insieme ad altre sette persone. I militanti di estrema destra avevano fatto irruzione a Palazzo Marino con l'intento di chiedere le dimissioni del primo cittadino, che si trovava ai tempi sotto indagine per un appalto a Expo 2015.

Scontro tra due opposte manifestazioni

Le vittime furono due, un italiano di 70 anni, militante dell'Anpi, e un argentino. Entrambi riportarono lesioni al viso e alla testa. Rifiutarono poi il risarcimento pecuniario per l'aggressione, perché a loro dire le cifre non erano sufficienti. Quel giorno gli scontri furono probabilmente la conseguenza di due manifestazioni avvenute nello stesso momento, non collegate tra loro e di opposte fazioni politiche.

Da una parte vi era infatti un presidio organizzato dal gruppo "Nessuno è illegale" per chiedere accoglienza ai migranti, dall'altra il blitz di Casapound che voleva le dimissioni di Sala. Polacchi era quindi stato condannato a un anno di reclusione, come chiesto dal pubblico ministero milanese, Enrico Pavone. La condanna era poi stata confermata a febbraio 2020 dalla corte della settima sezione penale.

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