Caso Ziliani, il trio hot e il movente "per amore di Silvia”

Sono molto più chiari una serie di elementi relativi all'omicidio di Laura Ziliani: il trio hot è stato smascherato dalle confidenze di un detenuto

Caso Ziliani, il trio hot e il movente "per amore di Silvia”

Il giallo di Laura Ziliani sembra essere giunto a un punto fermo per gli inquirenti, che stanno trovando riscontri nelle confessioni del trio hot: movente, modalità e stato di conservazione del corpo non paiono essere più un mistero, grazie soprattutto alla “soffiata” dell’ex compagno di cella di Mirto Milani.

A quanto è dato sapere, Mirto avrebbe fornito delle rivelazioni e scritto lettere al compagno di cella della casa circondariale di Canton Mombello, dove è stato ospite tra settembre 2021 e gennaio 2022. Dopo che il detenuto ha riportato le rivelazioni agli inquirenti e Mirto le ha potute leggere nella documentazione, sarebbe quindi crollato. Il giovane pare abbia detto di aver agito “per amore di Silvia” e che Silvia Zani, figlia della vigilessa di Temù uccisa più di un anno fa, sia stata mossa invece da motivazioni economiche, come in effetti ipotizzato dagli inquirenti.

Mirto continuava a dire che il leader era Silvia, era lei che insisteva a uccidere sua madre. Poi hanno convinto anche Paola”, ha dichiarato il detenuto, un 50enne, a Quarto Grado. L’uomo ha anche aiutato a chiarire circa la presunta premeditazione e le presunte modalità del delitto.

Pare che il trio formato da Mirto, Silvia e Paola Zani - i tre, si è detto più volte, potrebbero aver condiviso una relazione di tipo sentimentale e sessuale, sebbene Mirto fosse il fidanzato di Silvia - abbiano tentato l’omicidio di Laura Ziliani più volte in precedenza: mettendo la soda caustica nello zucchero o avvelenando il cibo.

Alla fine sembra abbiano preparato un muffin contenente droga e le due sorelle Zani avrebbero aggredito la madre, infilandole un sacchetto in testa e cercando di strangolarla con un filo elettrico. Quindi le avrebbero messo addosso della lingerie sexy, simulando l’aggressione da parte di un maniaco sessuale e avrebbero portato la donna in garage, agonizzante.

Dopo l’omicidio, i tre avrebbero trasportato il cadavere in auto, compiendo un tragitto privo di telecamere e a fari spenti, aiutandosi con caschi muniti di torce. Mirto avrebbe preparato in anticipo la fossa con un fondo di malta: questo materiale avrebbe aiutato la conservazione del corpo, riemerso nei pressi dell’Oglio ad agosto.

Mirto, Silvia e Paola si sono rivisti nei giorni scorsi al Tribunale di Brescia per

l’udienza preliminare. Lo scorso 24 maggio Mirto ha confessato il delitto, seguito a ruota dalle due sorelle. La vigilessa di Temù è stata uccisa nella notte tra il 7 e l’8 maggio 2021, il giorno della festa della mamma.

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