C'è una foto che incastra i fratelli Bianchi, già condannati all'ergastolo per l'uccisione di Willy Monteiro Duarte e ora a processo per un altro, brutale pestaggio con l'accusa di lesioni aggravate. Nell'aprile del 2019, i "gemelli" di Artena si scagliarono contro un 30enne indiano riducendolo in fin di vita: l'aggressione fu immortalata con lo smartphone da un testimone oculare. Ma non è tutto. Pochi mesi prima dell'omicidio di Colleferro, i due avrebbero tenuto delle lezioni di MMA in una palestra di Roma. "Ci insegnavano come finire un avversario a mani nude", ha raccontato a Repubblica.it uno degli atleti che partecipò al corso.
Il pestaggio
L'episodio, rilanciato sulle pagine del Corriere della Sera, risale alla sera del 13 aprile 2019. Deepak Kumar sta passeggiando in via Madre Teresa di Calcutta, a Velletri, in compagnia di due connazionali, quando un'auto li sfiora. Uno dei tre ragazzi stranieri, scampati al peggio per un soffio, ammonisce da lontano gli automobilisti: "Fate più attenzione o potreste ammazzare qualcuno", grida. A quel punto, la vettura inchioda e dall'abitacolo escono i fratelli Bianchi. Con loro ci sono anche l'amico Omar Shabani e Vittorio Edoardo Tondinellli. In men che non si dica, i quattro accerchiano uno dei tre indiani, Jaspret Singh, intenzionati a malmenarlo. Kumar prova a sedare gli animi ma Marco e Gabriele Bianchi non vogliono saperne: si accaniscono contro il giovane fino a rompergli il naso e procuragli gravi lesioni all'occhio sinistro. Singh estrae il telefono dalla tasca dei pantaloni e scatta una foto alla targa della vettura coi fuggitivi a bordo. Poche ore dopo, quella foto è nelle mani dei carabinieri di Velletri che risalgono al proprietario dell'auto e agli altri della comitiva. Nei giorni successivi al fatto, tre dei quattro amici vengono indagati con l'ipotesi di reato per lesioni aggrevate.
"Ci insegnavano a finire l'avversario"
È un curriculum dell'orrore quello dei Bianchi. Stando a quanto rivela Repubblica.it, nei mesi antecedenti all'omicidio di Willy, i due fratelli avrebbero tenuto delle lezioni di MMA in una nota palestra della Capitale. A darne conferma è uno degli atleti che partecipò alle lezioni: "Me li ricordo bene. Ci insegnavano come finire un avversario con una violenza incredibile", sono state le sue parole. Del resto non è una novità che, prima di finire in carcere, Marco Bianchi salisse sul ring (nell'ambiente era noto con l'appellativo di "maldito"). Gabriele, invece, ha sempre negato di aver praticato MMA.
"Ad allenarci c'erano tutti e due – ha assicurato il testimone –e si vedeva che Gabriele conosceva bene l'MMA. Nonostante fosse un allenamento, erano particolarmente violenti". E infine: "Con le mosse di finalizzazione un avversario viene bloccato e a quel punto è facile sia rompergli un arto che ucciderlo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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