"Ci privano della libertà": così i no pass sfilano come prigionieri di Auschwitz

Le pettorine che richiamano gli abiti indossati dai prigionieri dei lager e il corteo con il filo spinato: ecco l'ultima protesta choc dei no pass. Speranza: "Fuori da ogni grazia di Dio"

"Ci privano della libertà": così i no pass sfilano come prigionieri di Auschwitz

Anche ieri, per il quindicesimo sabato consecutivo, i no Green pass sono scesi nuovamente in piazza e da nord a sud hanno creato disagi al traffico. I commercianti sono ormai allo stremo. Settimana dopo settimana il fatturato delle attività subisce il contraccolpo del blocco del centro a causa dei cortei, che impediscono le tradizionali passeggiate per lo shopping. Il timore è che queste manifestazioni si prolunghino anche sotto il periodo natalizio. Ma oltre a questo, a dare il peggio di sé nell'ultimo sabato di cortei, sono stati i manifestanti di Novara, che si sono presentati in piazza con le pettorine che richiamavano gli abiti indossati nei campi di concentramento nazisti (guarda il video).

Il delirio dei no pass

Un manipolo di poche persone, nemmeno una decina, ha deciso di partecipare ai cortei identificandosi con i deportati. Il numero sul petto, applicato sul gilet a strisce evocava in maniera inequivocabile gli indumenti indossati dai detenuti nei lager nazisti della Seconda guerra mondiale. Per rendere ancora meglio l'idea delle loro intenzioni, questi manifestanti hanno deciso di sfilare tenendo tra le mani una corda che ricordava molto da vicino il filo spinato, uno dei simboli più cruenti di quella triste pagina di storia. Camminavano a coppie, esattamente come si vede fare ai prigionieri nei pochi video girati all'interno dei campi di concentramento che sono arrivati fino a noi.

Le polemiche

"Ho visto immagini nelle ultime ore che mi hanno scioccato,con le manifestazioni che richiamano ai campi di concentramento che sono fuori da ogni grazia di Dio", ha detto Roberto Speranza intervenendo a Mezz'ora in più su Rai3. L'ex viceministro ha poi aggiunto: "Parlare di dittatura sanitaria mi sembra sinceramente utilizzare in maniera del tutto impropria una parola che bisognerebbe utilizzare con grandissima cautela, prudenza". In tanti, qualcuno anche tra i no Green pass, hanno criticato questa scelta, che però è stata rivendicata alla Stampa da Giusy Pace, infermiera e sindacalista, tra quelli che hanno organizzato questa forma di manifestazione. "Abbiamo soltanto rappresentato la minoranza che ha creato il governo privandoci della libertà", ha dichiarato.

La comunità ebraica

Rossella Bottini Treves, presidente della Comunità ebraica di Novara e Vercelli, ha stigmatizzato con forza questo comportamento. "È già successo in altre città italiane ma queste persone non sanno cosa è stata la Shoah. È pazzesco che si manifesti in questo modo. La storia bisogna conoscerla e fatti del genere mi lasciano senza parole", ha detto dopo aver visto le immagini dei manifestanti di Novara. Tuttavia, dalle sue parole non si percepisce odio: "Si tratta di un problema culturale, altrimenti non vedo come sia possibile concepire cose di questo genere. Non si può accostare una tematica come quella sul Green Pass a quella del filo spinato dei campi di concentramento e della Shoah.

A chi ha sfilato a Novara farei delle domande". Già in altre manifestazioni ci sono stati partecipanti che hanno sfilato con la stella di David al petto, a imitare quella utilizzata per identificare gli ebrei negli anni più bui della storia recente.

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