I cinghiali "padroni" di Roma: "Aggressioni a tutte le ore, siamo assediati"

Gli ungulati, attirati dall'immondizia non raccolta, si spingono fino ai portoni delle abitazioni nelle zone residenziali. Boom di aggressioni nei quartieri bene, i residenti: "Ormai non si può più camminare nemmeno sui marciapiedi"

I cinghiali "padroni" di Roma: "Aggressioni a tutte le ore, siamo assediati"

Ospedali, farmacie, centri commerciali, piazze e parchi pubblici. Gli abitanti del quadrante nord-ovest di Roma sono terrorizzati perché non esiste più un solo posto in cui i cinghiali non siano stati avvistati e le aggressioni ormai sono all’ordine del giorno. Gli ungolati partono dal parco di Veio, passano per quello dell’Insugherata e arrivano alla Pineta Sacchetti fino al parco del Pineto, ad appena tre chilometri dal Vaticano. Ci sono stati decine di avvistamenti che hanno riguardato il quartiere Aurelio, la Balduina e Prati. Sono tutte zone semicentrali, residenziali e densamente popolate. Interi branchi, composti da due o quattro esemplari adulti, che spesso hanno al loro seguito anche una dozzina di cuccioli, continuano a bazzicare anche intorno a ospedali importanti, come il Gemelli o l’Idi, costringendo i residenti a imporsi un vero e proprio coprifuoco per non rischiare di essere aggrediti.

"Qualche giorno fa verso le sette di sera, mentre stavo passeggiando sotto casa con il mio cane, all’improvviso ce n'è piombato addosso uno. Sto evitando le aree verdi, ma se non posso camminare neppure sul marciapiede, dove devo andare?", si chiede Flaminia, una residente dell'Aurelio. La incontriamo all'ingresso di Villa Veschi, parco pubblico non lontano da via Baldo degli Ubaldi dove campeggia un cartello eloquente: "Vietato entrare con i cani, ci sono i cinghiali con i cuccioli". Ci assicura che ormai le famiglie di ungulati qui, si possono incontrare a qualsiasi ora del giorno. Lo conferma anche Alessandra, un'altra cittadina aggredita poco lontano dalla stessa villa. "Abbiamo paura a uscire dopo le 19, di notte qui diventa una giungla". Per questo, ormai, vige una sorta di coprifuoco.

Ma il rischio di essere aggrediti, in realtà, si corre a tutte le ore. Lo sperimentiamo direttamente quando, attorno alle 9 del mattino, ci imbattiamo in un piccolo branco che pascola attorno all'area giochi. "Qui anche solo fare una passeggiata è diventato pericoloso", conferma Alessandra indicando i cancelli dell'asilo nido interno al parco. "Decine di mamme ogni giorno vengono a prendere i propri figli a scuola, cosa aspettano a mettere il parco in sicurezza?". Chi vive in zona immortala ogni incontro ravvicinato. Le immagini scorrono sullo schermo degli smartphone: si vedono gli animali che grufolano attorno ai bidoni della spazzatura, o che avanzano sicuri nello spartitraffico di via Baldo degli Ubaldi con le auto che sfrecciano cercando di schivarli.

"Non esco più di casa senza un bastone a punta, lo uso per difendermi", si lamenta anche Gianluigi, che frequenta regolarmente il parco con il suo cane. Quando avvista gli ungulati non fa altro che chiudersi all'interno del parco giochi recintato. "È riservato ai bambini ma non posso rischiare che si avventino su di lui", ci spiega indicando l'animale. Del resto, va avanti il residente, "qui c'è gente che è stata presa d'assalto dai cinghiali anche all'uscita del supermercato". Punta il dito contro un'associazione ambientalista che offre cibo agli animali selvatici, ma il problema, ammette, è soprattutto legato a degrado ed incuria. "Vengono attirati dai cassonetti e trovano rifugio nell'erba alta - denuncia -, non c'è da stupirsi se ormai si spingono fin sotto le nostre case".

Gli avvistamenti si sono verificati anche nei pressi dei negozi di piazza Irnerio o dentro il centro commerciale che si trova vicino alla fermata della metro Valle Aurelia, importante punto di snodo della Capitale. "La custodia del parco è di competenza del Comune di Roma, ma oggi come ieri, tra Comune e Regione Lazio c’è un continuo rimpallo di responsabilità", denuncia Isabel Giorgi, capogruppo di Fratelli d’Italia al XIII Municipio. Ma il fenomeno riguarda anche i quartieri di Montemario e Balduina dove sia di giorno sia di notte i cinghiali sono padroni delle strade. Qui, nei giorni scorsi, una donna presa di mira da otto esemplari ha denunciato tutto ai carabinieri.

A piazza Igea, l’ingresso della nota farmacia della zona è letteralmente "sorvegliato" da branchi in cerca di cibo. "La situazione è diventata insostenibile e pericolosa, soprattutto per chi esce con il proprio cane di sera: ormai non ci meravigliamo nemmeno più", ci conferma Vincenzo, un ragazzo che è stato aggredito questa estate. "Sono totalmente fuori controllo", ci dice Alberto Mariani, consigliere di FdI al XIV Municipio, tra i promotori di un esposto che il suo partito sta per presentare alla Procura di Roma per cercare di inchiodare gli enti competenti, in particolare la Regione Lazio, alle sue responsabilità.

Al problema si è interessato anche il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi che vive proprio in quel quadrante della città. "È uno scandalo che dura da troppo tempo e che mette a serio rischio la salute e la vita dei cittadini. Non dimentichiamoci che già nel marzo 2017 sulla Cassia moriva a soli 49 anni un motociclista a seguito di un incidente con un cinghiale e oggi basta andare su Google e digitare motociclista cinghiali Roma per trovare intere paginate di incidenti, attacca il deputato renziano che conclude con una nota polemica. "La politica - incalza - deve scegliere governare per il bene dei cittadini o strizzare l’occhio agli ambientalisti da Walt Disney".

E non è solo una questione di sicurezza. Con la scoperta del primo caso di peste suina è scattato anche l'allarme sanitario.

L'obiettivo è evitare che il virus a cui è risultato positivo un cinghiale del parco dell'Insugherata si diffonda agli altri animali selvatici e poi agli allevamenti di maiali. Della questione si stanno occupando la Regione Lazio e gli esperti del ministero della Salute. Non è una questione da poco, visto che a rischio, secondo la Coldiretti, ci sarebbero fino a 50mila capi di bestiame.

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