Da quando l'immunologa Antonella Viola si occupa d'interpretare il pensiero altrui? Prima di ieri, eravamo convinti che la professoressa tarantina fosse soprattutto esperta di biologia e di ricerca scientifica, ma forse ci sbagliavamo. Intervenendo a Otto e mezzo, su La7, la dottoressa ha infatti cercato di spiegare come mai Giorgia Meloni abbia scelto di declinare al maschile la dicitura della propria carica di presidente, addentrandosi in un ragionamento un po' azzardato.
Incalzata da Lilli Gruber, che le chiedeva un parere sull'argomento, Viola ha dapprima affermato: "Se è un problema di disforia di genere, tutto il rispetto. Può farsi chiamare come preferisce. Tutte le persone transgender meritano di essere chiamate come vogliono. Siccome non credo si tratti di questo e penso che Meloni sia cisgender, allora è un errore grammaticale". In realtà, eminenti autorità linguistiche avevano già spiegato come la scelta della Meloni fosse legittima e che non si trattasse di uno sbaglio. "Chi preferisce le forme tradizionali maschili ha diritto di farlo", aveva osservato il presidente dell'Accademia della Crusca, Claudio Marazzini.
Sfumature linguistiche a parte, Antonella Viola si è poi addentrata nel ragionamento. "La verità qual è? È che questo sì è un segno di debolezza. Sembra che Giorgia Meloni viva la dimensione di essere donna quasi come una diminutio. Come se per essere presa sul serio in un mondo di uomini lei debba rinunciare al proprio genere", ha affermato, lanciandosi in una personalissima interpretazione delle ragioni della leader di Fratelli d'Italia. Valutazioni abbastanza opinabili, se si pensa che la leader di Fratelli d'Italia non ha mai nascosto il proprio essere donna. Anzi, in un ormai celebre comizio, l'esponente di partito aveva persino rivendicato a gran voce di essere "donna" e "madre", ritrovandosi poi criticata dai detrattori di area progressista.
"Io non credo che quando va alla scuola della sua figliola, Meloni dica 'buongiorno maestro' all'insegnante donna.
Se una maestra si può chiamare maestra e una cassiera si può chiamare così, perché una presidente del consiglio non si può chiamare la presidente? Questo è un po' strano", ha concluso l'immunologa, mentre la conduttrice Gruber sorrideva compiaciuta e annunciava ai telespettatori il proprio comportamento futuro rispetto a quella declinazione al maschile così difficile da tollerare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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