È passato un anno da che la Costa Concordia si è arenata sulle coste davanti all'Isola del Giglio. Dodici mesi durante i quali i lavori attorno allo scafo sono proseguiti, con lo scopo di arrivare - probabilmente a luglio, se ha ragione Costa Crociere - a far tornare a galla la nave.
In un intervista alla Stampa il direttore generale, Gianni Onorato, respinge le accuse più volte rivolte alla sua società da chi è certo che a ordinare la manovra al capitano Schettino fu proprio Costa. E spiega che sono ancora tre le domande a cui dare una risposta: "Perchè la nave era vicino alla riva; perchè era in qualla posizione di notte; e perchè andava a una velocità di 16 nodi".
Mentre i lavori continuano, domani sull'isola arriveranno i parenti delle 32 vittime del disastro della Concordia. Il Giglio si stringerà attorno a loro per una commemorazione di quanto accaduto il 13 gennaio scorso. Il ricordo della tragedia sarà affidato anche a una messa celebrata su ognuna delle navi del gruppo.
In mattinata è arrivato al Giglio il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli, impegnato in un incontro con i cittadini, punto di partenza di una due giorni di commemorazioni. Già presenti anche i primi naufraghi, che un anno fa si trovavano sulla nave da crociera.
Un decreto varato dal Consiglio dei Ministri ha nel frattempo prorogato la data di scadenza dello stato di emergenza nazionale. Dal 31 gennaio al 31 dicembre, la decisione sarà fondamentale per permettere la riuscita "delle operazioni complesse di rimozione e trasferimento della nave".
Gabrielli: "Niente ritardi, vista la complessità delle cose"
Il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, in conferenza stampa, ha sottolineato che sostanzialmente le operazioni sulla Concordia stanno continuando senza ritardi. La tabella di marcia non poteva non tenere conto della "complessità delle cose di cui si sta parlando". In più "l'impegno assunto da Titan-Micoperi era di 10, 12 mesi".
Gabrielli sottolinea l'impegno di "una parte privata che ha dimostrato grande serietà".
E ricorda di avere scritto al Governo pochi giorni dopo il naufragio, per spiegare proprio che l'impresa stava svolgendo un buon lavoro. L'alternativa - secondo il capo della Protezione Civile - era che lo Stato anticipasse 400 milioni di euro. Poi ribadisce: "Non abbiamo mai nascosto un dato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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