Con il giudizio della corte d'Appello, che ha proceduto per rito abbreviato, è diventato oggi definitiva la condanna per Marianna Sergio, sorella di quella Maria Giulia che lasciò l'Italia per raggiungere i territori controllati dall'Isis in Siria, dopo avere convinto la famiglia, residente a Inzago, a convertirsi a una visione radicale dell'islam.
Marianna è stata condannata a cinque anni e quattro mesi di reclusione, mentre è di nove anni per terrorismo internazionale la pena che Maria Giulia avrebbe dovuto scontare. Una decisione che è arrivata in contumacia, perché la ragazza, ribattezzata dalla stampa con il nome di "lady Jihad", potrebbe essere morta in Siria, dove era arrivata per unirsi al sedicente Stato islamico nel momento in cui il gruppo jihadista ancora controllava una vasta porzione del Paese e del vicino Iraq.
Si è saputo oggi che la Corte di Cassazione ha confermato lo scorso 16 aprile anche altre due condanne, rispettivamente a 3 anni e 8 mesi e a 2 anni e 8 mesi per Arta Kakabuni e Baki Coku, zii di quell'Aldo Kobuzi che aveva sposato
Maria Giulia, che avrebbe poi cambiato il suo nome in Fatima, più consono alla tradizione coranica, dopo la conversione e la radicalizzazione. Tre anni di carcere dovrà scontare Lubjana Gjecaj, accusata di favoreggiamento.
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