Consorzi di bonifica pugliesi, indagine sul dissesto

Mancano i documenti necessari a un esame approfondito. E resta il disavanzo che rischia di tramutarsi in tasse

Consorzi di bonifica pugliesi, indagine sul dissesto

Solo un pugliese su dieci paga i tributi ai consorzi di bonifica e la situazione dei debiti (quasi 220 milioni di euro) si è aggravata al punto di minacciare le casse della Regione Puglia che anticipa le somme necessarie a mandare avanti la macchina degli enti.

Se non saranno recuperate, quelle somme rischiano di diventare un pesante fardello proprio a carico delle casse regionali, come già anticipato da IlGiornale.it.

La conseguenza? Nuove tasse per i cittadini. La poco allettante prospettiva è emersa dall’ultima seduta della commissione d’inchiesta nominata dalla Regione. Alla guida dei consorzi c’è il commissario straordinario Gabriele Pagliardini, si indaga sulle finanze disastrate dei consorzi, ma non ci sono ancora tutti i documenti necessari per un’analisi dettagliata della situazione.

In realtà, il problema più grosso per i consorzi di bonifica deriva dalle difficoltà di riscuotere i tributi dovuti dai beneficiari, agricoltori in primo luogo. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di cartelle anche inferiori ai 50 euro. Così si è arrivati a una situazione di estrema difficoltà. Dei 14,3 milioni dovuti quest’anno, i consorzi ne hanno incassati solo 1,6.

Partiranno a breve richieste di pagamento per circa 11 milioni e mezzo di euro, ma, come detto, siccome nella maggioranza dei casi i pagamenti richiesti non superano addirittura i 20 euro si pensa di rimandarli al prossimo anno con i rischi sui conti pubblici regionali appena esposti.

L’idea della Regione Puglia è quella di fare opera di persuasione nei confronti dei Comuni perché i sindaci, mettendo a fuoco le criticità derivanti dalla sospensione del pagamento dei tributi, sollecitino i cittadini a pagare anche i debiti meno consistenti di un ente già dissestato.

E al di là dell’inchiesta sul dissesto, rimangono incertezze sul futuro della gestione dei consorzi attraverso la riforma che si vuole realizzare.

L’irrigazione finirà nelle mani dell’Acquedotto pugliese? Dell’Arif? Comunque vada un dato è certo: i consorzi di bonifica restano un monumento all’inefficienza e allo spreco di danaro pubblico. Un intervento è ormai non più rinviabile per evitare che il carico fiscale sui pugliesi aumenti con riflessi pesanti sulla Regione Puglia e sul modello amministrativo del presidente Emiliano.

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