Per proteggere i medici dai sempre più frequenti episodi di violenza, il Friuli Venezia Giulia recluta gli alpini. In particolare, ad ogni turno della guardia medica saranno presenti due alpini aderenti all'Ana (Associazione nazionale alpini che opera su base volontaria) che faranno da "custodi" al personale con l'obiettivo di aumentare la sicurezza all'interno dell'ambulatorio.
"Da noi i numeri delle violenze sono piccoli - ha dichiarato al Messaggero Veneto Fulvio Kette, risk manager del'Azienda per l'assistenza sanitaria 5 -, ma perché c'è un grande sommerso. Gli operatori non segnalano perché vivono in un clima di sfiducia. Questo vale non solo per la guardia medica: dipartimento di salute mentale, geriatria, sale d'attesa, pronto soccorso sono tutti servizi dove il rischio di aggressioni è alto. Questo genera un malessere psicofisico nel personale per cui non potevamo non intervenire".
Gli alpini, formati sulle modalità con cui relazionarsi con i pazienti e intervenire in caso di tensione, accompagneranno i medici anche nelle visite a domicilio.
"Non possiamo risolvere il problema delle aggressioni al personale sanitario, ma possiamo intanto tamponare un'emergenza", ha spiegato Ilario Merlin, presidente della sezione di Pordenone dell'Associaziona nazionale alpini.Il progetto sperimentale attivato a Pordenone e a San Vito ha l'ambizione, come dichiarato dall'assessore alla salute Riccardo Riccardi, di diventare "un modello nazionale".
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