Contro il caporalato l'Inps userà i droni

La proposta di Boeri: i velivoli potrebbero presto affiancare gli ispettori

Un drone delle Poste svizzere, impegnato in un test
Un drone delle Poste svizzere, impegnato in un test

Di caporalato nei campi si parla da anni. Ma le morti di quest'anno hanno portato l'Inps a prendere provvedimenti.

Anche grazie alla tecnologia. Il presidente Tito Boeri proporrà infatti alla Cabina di regia per la "Rete del lavoro agricolo di qualità" l'uso di droni per controllare i campi ed evitare lo sfruttamento dei lavoratori agricoli. L’idea è quella di "affiancare dei droni sentinella all’attività di controllo esercitata dagli ispettori sul territorio, specialmente nelle zone a rischio caporalato", dice il presidente della Cabina di regia, Fabio Vitale. Ma oltre ai droni, sono alla studio altre misure come ad esempio, "l’estensione del reato penale di intermediazione illecita a tutti gli anelli della filiera agricole e dunque, anche a chi utilizza manodopera illegalmente. Inoltre si pensa anche ad una omogenizzazione dei salari minimi in agricoltura visto che i contratti sono un centinaio e su base provinciale".

"Siamo di fronte a un vero e proprio schiavismo del Terzo millennio", denuncia Vitale che è anche capo della Direzione centrale Vigilanza, Prevenzione e Contrasto all’economia sommersa dell’Inps, "Quanti sono infatti i braccianti che muoiono nei campi e dei quali non si sa nulla perché clandestini? Quanti di loro non hanno dietro famiglie che possano denunciarne la scomparsa come è avvenuto per i lavoratori italiani questa estate? Il caporalato è talmente forte nei territori dove opera, che i nostri ispettori devono andare insieme ai

carabinieri a fare gli accertamenti e spesso sono esposti a denunce, anche perché i caporali sono forti da un punto di vista economico e, il più delle volte, sono collegati all’Ndrangheta, a Cosa Nostra e alla Camorra".

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