Coronavirus, a Londra gli italiani vengono discriminati

La vita per gli italiani inizia a farsi difficile nella capitale del Regno Unito, Valeria è stata presa in giro perché indossa la mascherina, Cinzia, altra nostra connazionale, ha tossito ed è stata costretta a scendere.

Coronavirus, a Londra gli italiani vengono discriminati

I nostri connazionali non se la passano certo bene a Londra, dato a causa del coronavirus vengono bullizzati e discriminati. Prendiamo l'esempio di Valeria Di Tullo. La ragazza è una dei tanti italian espatriati che hanno raggiunto la capitale UK per un futuro migliore. Valeria si trova nella City da oramai 5 anni e di professione fa la tatuatrice. Da settimane, la giovane deve subire numerose discriminazioni nei suoi confronti per la scelta di indossare la mascherina. Valeria ha dichiarato: "Non capiscono che lo faccio anche per loro". Valeria Di Tullo abita nella zona 1 fin dapprima dell'esplosione pandemica del Covid-19: in passato non ha mai subito discriminazioni per le sue scelte di vita, o perché italiana. In data 13 marzo 2020, Boris Johnson ha parlato, nel corso di una conferenza, di "selezione naturale di massa". Il premier britannico, decidendo di mantenere tranquillamente aperte le scuole, ha spiegato a sangue freddo che “chi avrà soldi per permettersi una sanità privata potrà sicuramente sopravvivere, ma chi non li ha, starà alla sorte”.

Coronavirus, gli italiani discriminati a Londra

Cè poi il caso di Cinzia, altra nostra connazionale trapiantata a Londra. La donna vive nella metropoli assieme al compagno ed alla figlia adolescente. Di recente, Cinzia ha preso la metrò di ritorno dal lavoro, ad un tratto si è sentita dire: "Devi scendere". La colpa di Cinzia? Essere italiana ed aver tossito in pubblico. La donna ha tuttavia spiegato: “Mi era semplicemente andata di traverso la saliva, ma questo ha destato interesse nel vagone. Le persone a fianco a me hanno iniziato a coprirsi il volto, dopo poco si è avvicinata una donna, credevo volesse sincerarsi se stessi bene, invece mi ha detto di scendere dal vagone. Parlava veloce, le ho chiesto di rallentare perché non riuscivo a seguirla e dal mio accento ha capito che ero italiana. Mi sono trovata tutti gli occhi addosso, con lei e altra gente che mi chiedevano di scendere, e così sono scesa”. Come informa FanPage, Cinzia è rientata in Italia con la famiglia, ma non ha subito controlli, né dentro, né fuori l'aeroporto.

Tuttavia, la donna ha dichiarato di aver preso una dura decisione, per lei e per tutti coloro che le sono accanto: “Per rispetto dei miei colleghi e dei compagni di scuola di mia figlia, mi sono imposta da sola la quarantena, per giorni ho chiamato il numero di emergenza nazionale ma nessuno si è presentato a casa, nonostante avessi sintomi influenzali e provenissi da un Paese a rischio. Soffro anche di asma” .

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