Corruzione al Comune di Taormina: si appropriavano delle somme dovute dagli utenti morosi

Sono finiti nei guai un avvocato e un ex dirigente comunale in pensione dal 31 dicembre scorso

Corruzione al Comune di Taormina: si appropriavano delle somme dovute dagli utenti morosi

I finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno arrestato un noto avvocato e notificato un divieto di dimora nel Comune di Taormina ad un ex dirigente comunale ora in pensione. Entrambi gli indagati, per essersi appropriati delle somme relative al servizio idrico versate dagli utenti morosi, sono ritenuti responsabili dei reati di corruzione e peculato. L'operazione (denominata "Acquewin") scaturisce da una complessa attività d'indagine, eseguita dai militari della Compagnia di Taormina e coordinata dal Gruppo delle Fiamme Gialle di Messina, che ha portato all'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica messinese. Nell'ambito delle stessa operazione sono altresì stati sequestrati beni immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 800mila euro. Il legale denunciato per corruzione, in qualità di incaricato dell'Amministrazione Comunale, riscuoteva le somme dovute per la fornitura dell'acqua nei confronti degli utenti morosi.

Le indagini hanno potuto appurare che l'indagato, unitamente al Responsabile dell'Area Servizi Generali e dell'Ufficio Riscossione del Servizio acquedotto di Taormina, ometteva di versare nelle casse comunali gli importi riscossi per il pagamento delle utenze idriche. Con questa modalità, negli anni, i responsabili si sono appropriati di un importo vicino al milione di euro. L'attività investigativa trae origine dall'analisi di dati ed elementi acquisiti dai finanzieri taorminesi nell'ambito di una verifica fiscale nei confronti del citato professionista. Quest'ultimo, in cambio di denaro e di altre utilità del valore di circa 26mila euro individuate attraverso accertamenti patrimoniali, si era totalmente sottomesso all'avvocato. In sede di perquisizione, peraltro, presso l'abitazione dell'ex dirigente comunale, è stato sequestrato un "pizzino" rappresentativo della giustificazione concordata tra gli attori. In particolare l'ex responsabile inseriva nel sistema informatico comunale "Acquewin" (da qui il nome dell'operazione) dati falsificati. Sfruttando il modo di agire del suo complice, il legale negoziava direttamente sul suo conto corrente personale gli assegni degli utenti morosi.

Si faceva dunque pagare in contanti, a fronte di uno sconto all'utente, nell'ottica di non lasciare traccia degli importi ricevuti. Ad aggravare la situazione la connivenza di molti impiegati comunali che erano a conoscenza di quella che si è configurata come una vera e propria corruzione. Stando all'ipotesi d'accusa, proprio il connubio criminale consentiva all'avvocato di riuscire a mantenere l'incarico sin dal lontano 1995, nonostante i vari avvicendamenti delle amministrazioni comunali. Considerato il valore probatorio degli elementi raccolti e rilevato il rischio di reiterazione delittuosa, l'Autorità Giudiziaria ha disposto la misura degli arresti domiciliari nei confronti del legale.

All'ex dirigente comunale è stato imposto il divieto di dimora nel Comune di Taormina. È stato altresì ordinato il sequestro per equivalente delle somme costituenti il profitto di peculato ed il prezzo della corruzione, per un importo complessivo pari a 817mila euro.

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