É stata una settimana densa d'appuntamenti per Papa Francesco che, dopo il blocco dovuto alla pandemia ed alle sue restrizioni, è tornato a disegnare le prospettive della Chiesa cattolica del domani. Tante le novità e gli eventi da tenere in considerazione per raccontare con esaustività questi ultimi sette giorni nei sacri palazzi del Vaticano: tra questi, l'incontro con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, l'udienza privata riservata giovani di Rifondazione comunista (un appuntamento passato un po' in sordina ma sul quale conviene soffermarsi) e l'affossamento del ddl Zan che riguarda, seppur in maniera indiretta, gli ambienti dottrinali cattolici. Andiamo con ordine.
In rete circolano le foto del summit tra Jorge Mario Bergoglio ed il massimo vertice esecutivo degli Usa: è difficile, dando un rapido sguardo a quegli scatti, non notare una certa differenza, tra sorrisi ed atteggiamenti, rispetto ai tempi dell'incontro con Donald Trump. Bergoglio è apparso decisamente più disteso ed a suo agio. Joe Biden è un Dem e, oltre ad essere un convinto abortista, è stato al centro di polemiche elettorali dovute alle posizioni espresse in bioetica. Ma tutto questo a Francesco sembra interessare in modo relativo. Le stesse dichiarazioni rilasciate dopo il summit dal presidente degli Stati Uniti sembrano ridimensionare il problema inerente alcune compatibilità, sempre che di problema, con il Papa, ne sia mai esistito uno.
Essendo Biden un abortista, durante la campagna elettorale i cardinali conservatori, con in testa l'americano Raymond Leo Burke, avevano posto la questione della legittimità della concessione del sacramento dell'eucaristia. In punta di dottrina, del resto, qualche dubbio esisterebbe. E pure i vescovi degli Stati Uniti hanno analizzato il caso attraverso la costituzione di una vera e propria commissione ad hoc. Tanto che, in questi mesi, si è parlato di "commissione Bide". Ma Bergoglio, con l'udienza di questa settimana, ha sigillato la sua versione delle cose. Quella che prevede che Biden possa continuare, in assoluta libertà ed in piena coscienza, a ricevere la comunione. Un'ennesima apertura verso l'emisfero Dem del bipolarismo americano che stenta a poter essere definita una notizia. Poi, come premesso, c'è l'udienza con il giovanile di Rifondazione comunista.
Come scritto da Repubblica, il pontefice argentino avrebbe chiesto ai giovani comunisti di procedere nel loro percorso. Anche questo può suscitare meraviglia, ma solo sino ad un certo punto. Questo - come abbiamo avuto modo di spiegare in più circostanze - è il papato dei movimenti popolari, con l'ecologismo, l'accoglienza dei migranti erga omnes e la tutela delle periferie economico-esistenziali del pianeta a fare da link. Bergoglio, da gesuita, è un uomo capace di oltrepassare gli steccati ideologici e dottrinali, puntando soprattutto sugli elementi di concordanza tra realtà che possono apparire molto diverse fra loro.
La settimana che ci lasciamo alle spalle, però, è anche quella del naufragio del Ddl Zan, che è seguito alla pubblicazione di una nota esaustiva da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede. Un documento che è stato pubblicato dal Giornale in un articolo a firma di Felice Manti. Il Vaticano, che non ha mai preso posizione contro una legge che introducesse l'estensione dei crimini d'odio alle discriminanti individuate da quel Ddl, era preoccupato soprattutto dal deficit di libertà d'espressione che sarebbe stato introdotto e dalla parte del provvedimento connotato da ideologismi. Se ne riparlerà, con buone probabilità sulla base di un base giuridica da quella che Enrico Letta avrebbe voluto approvare senza dialogo e ad ogni costo.
In questo senso, è intravedibile una vittoria della Santa Sede, che non ha sconfinato sul piano parlamentare ma che potrebbe aver orientato l'azione di alcuni parlamentari cattolici che non se la sono sentita di procedere con il testo dell'onorevole Zan.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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