Sara Di Leo è la bambina di soli 2 anni investita sulla spiaggia di Santa Maria del Cedro a Cosenza il 10 luglio 2012. L'autovettura che pose fine alla sua brevissima vita era guidata da Gino Pignataro, un uomo di 72 anni. Il giorno del terribile incidente, la piccola passeggiava assieme alla mamma, Nunzia Varriale, ed al fratellino, che all'epoca aveva 7 mesi. Attualmente, Gino Pignataro risulta condannato in primo grado a tre anni e sei mesi di carcere per il reato di omicidio stradale. Tuttavia, per Nunzia e suo marito, la questione non è ancora finita, in quanto ci sarebbe dell'altro.
Intervistata dallo staff di Giallo, Nunzia ha raccontato alcuni particolari di quel terribile giorno in cui Sara perse la vita: "Ho visto la vettura che invece di parcheggiare si dirigeva a gran velocità nella nostra direzione. Ho urlato subito: "Fermo, fermo! C'è la bambina!". Ma chi guidava ha proseguito la corsa senza frenare e ha travolto la mia piccola. Nonostante l'impatto l'auto non si è fermata, è passata sopra il corpicino di mia figlia e poi si è dileguata lasciando Sara in una pozza di sangue".
Nunzia ha dichiarato che lei e suo marito conoscevano già Gino Pignataro, autore dell'investimento che provocò la morte della piccola Sara. Il 72enne è infatti titolare di un chioschetto sul lungomare di Santa Maria del Cedro, in provincia di Cosenza. L'attività è sita a poca distanza dal lido di famiglia di Nunzia. In passato ci furono alcuni alterchi tra l'uomo e i famigliari della donna.
Volendo analizzare la dinamica dell'incidente, sembra proprio che l'auto del 72enne non si fosse fermata nel corso dell'investimento, schiacciando il corpicino della piccola Sara e non dandole alcun scampo. Come se ciò non bastasse, l'auto andava a velocità non moderata, all'interno del parcheggio a pochi passi dallo stabilimento balneare appartenente alla famiglia di Varriale. Secondo i giudici il reato perpetrato da Gino Pignataro è omicidio stradale. L'uomo è stato condannato a 3 anni e 6 mesi.
Ora i genitori di Sara hanno chiesto al tribunale di contestare all'uomo anche l'aggravante della "previsione dell'evento". Non resta che che attendere la decisione da parte della giustizia. Su una cosa comunque Nunzia è sicura: “Non è stato un incidente, con quell’uomo c’erano state frequenti liti, sapeva cosa stava facendo”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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