"Plagiata e costretta a rapporti sadomaso". Sarebbe questa l'accusa nei confronti di un geometra veronese unltraquarantenne, tacciato di aver indotto la vicina di casa 15enne a prestazioni sessuali oltremisura audaci. Per circa un anno, dall'agosto del 2018 al giugno del 2019, tra i due sarebbe intercorso un fitto di scambio di messaggi che proverebbe l'esistenza della presunta escalation di perversione.
I fatti
Secondo quando riporta il Corriere della Sera la vicenda risale a più di un anno fa ma solo oggi sarebbe emersa alla luce. Stando al capo d’accusa, dall’agosto 2018 al giugno 2019, la 15enne avrebbe avuto "incontri ravvicinati" - a quanto pare consenzienti - con il vicino di casa ultraquarantenne che ne avrebbe conquistato la fiducia con "atteggiamenti paterni". I due avrebbero avrebbero avuto rapporti intimi per circa un anno e la ragazzina sarebbe stata "indotta a subire rapporti sessuali completi connotati di sadomasochismo". Ma non è tutto.
Dalle chat sarebbe emerso un fitto scambio di conversazioni, con oltre 20mila messaggi in un solo mese, da cui si evincerebbe altresì il tentativo da parte dell'adulto di coinvolgere nella relazione anche un'amica della ragazzina. "Istigandola ad un rapporto a tre", spiega il pm Fedederica Ormanni. Gli incontri tra i due sono terminati quando la madre dell'adolescedente ha scoperto ogni cosa denunciando l'accaduto in Questura.
"Atti sessuali su minore"
Il capo d'imputazione a carico del geometra è di "atti sessuali su minore". Secondo l'accusa, l'uomo avrebbe costretto l'adolescente a "subire rapporti completi, legandole i polsi, bendandola e comunque affermando la propria superiorità, abusando delle condizioni di inferiorità psichica e anagrafica e della sua fragilità, della quale era al corrente". La giovane, infatti, avrebbe sofferto la separazione tra i suoi genitori intrattenendo con entrambi rapporti conflittuali. In questo contesto, sarebbe maturata la relazione col vicino di casa che, dunque, l'avrebbe adescata millantando una condotta paterna. Ma la verità potrebbe essere ben diversa.
Stando a quanto si apprende, sembra che la relazione tra i due fosse consenziente. Per questo motivo l'avvocato Marcello Manzato, legale dell'adulto, contesta il reato di cui dovrà rispondere il suo assistito.
"Il mio assistito non nega i rapporti con la minore, peraltro del tutto consenzienti, però il quadro della vicenda è in realtà ben diverso rispetto al capo d’incolpazione e verrà a galla nel corso del processo", spiega. In ogni caso, per scoprire come stanno davvero le cose, bisognerà attendere ancora tre mesi. L'incontro in aula è fissato per il prossimo giugno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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