Quello del Covid-19 sembra essere un incubo senza fine. Ora a preoccupare le autorità sanitarie italiane è la cosiddetta variante Delta. Il nostro ministero della Salute, come ha reso pubblico l’Adnkronos Salute, ha diffuso una circolare, firmata dal direttore generale della prevenzione sanitaria Gianni Rezza, in cui raccomanda di "continuare a monitorare con grande attenzione la circolazione delle varianti del virus SARS-CoV-2, di rafforzare le attività di tracciamento dei casi e dei contatti di caso e di applicare tempestivamente e scrupolosamente sia le misure di contenimento della trasmissione previste, che le misure di isolamento e quarantena in caso di VOC Delta sospetta o confermata". Nella circolare, dal titolo "Aggiornamento della classificazione delle nuove varianti SARS-CoV-2, loro diffusione in Italia e rafforzamento del tracciamento, con particolare riferimento alla variante Delta", si evidenzia che "casi associati a varianti Kappa e Delta (lignaggio B.1.617.1/2) sono al momento rari", tuttavia si registra "un recente aumento nella frequenza di queste segnalazioni sul territorio nazionale, in particolare di focolai dovuti alla variante Delta".
Sulla base delle ultime evidenze disponibili è emerso che la Delta "è del 40-60% più trasmissibile rispetto alla VOC Alpha (B.1.1.7) e può essere associata a un rischio più elevato di ospedalizzazione". Nel documento, indirizzato agli organi competenti, si spiega anche che ci sono differenze tra i soggetti che hanno ricevuto una o due dosi di vaccino. Esistono, infatti, evidenze che quanti hanno ricevuto solo la prima dose di una vaccinazione "che prevede la somministrazione di due dosi per il completamento del ciclo vaccinale, sono meno protetti contro l'infezione con la variante Delta rispetto all'infezione da altre varianti, indipendentemente dal tipo di vaccino somministrato. Il completamento del ciclo vaccinale fornisce, invece, una protezione contro la variante Delta quasi equivalente a quella osservata contro la variante Alpha".
Secondo le tabelle che completano il documento, la probabilità e l'impatto di infezione da variante Delta nella popolazione generale è bassa, sia come probabilità che come impatto e come rischio totale, in chi ha ricevuto le due dosi di vaccino. Nelle persone non vaccinate o vaccinate con una sola dose la probabilità di infezione è "molto alta" mentre l'impatto è 'alto e il rischio totale va da "alto" a "molto alto". Nelle popolazioni fragili che hanno completato il ciclo vaccinale il rischio totale va da "basso" a "moderato" e la probabilità è "moderata". Per i fragili non vaccinati tutti i rischi sono "molto alti".
Nella circolare è riportato un aggiornamento della classificazione a livello globale delle nuove varianti e si ricordano i criteri che caratterizzano le varianti di interesse (Variant of Interest, Voi) e le varianti che destano preoccupazione (Variants of Concern, Voc), in base a quanto definito recentemente dall'Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità. La variante Delta rientra in quelle che destano preoccupazione.
Inoltre nella stessa circolare si spiega che riguardo alla probabilità e all’impatto di infezione con la variante Delta, classificata come Voc,"si raccomanda di continuare a monitorare con grande attenzione la circolazione delle varianti del virus SarS-CoV-2, di rafforzare le attività di tracciamento dei casi e
dei contatti di caso e di applicare tempestivamente e scrupolosamente sia le misure di contenimento della trasmissione previste, che le misure di isolamento e quarantena in caso di Voc Delta sospetta o confermata".
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