Cuneo, picchia l'amante del figlio gay. "Omofobia? Lo ricattava"

Pugni e bastonate al ragazzo che ha una relazione con il figlio. Ma si difende: "Ricatti continui"

Cuneo, picchia l'amante del figlio gay. "Omofobia? Lo ricattava"

Un raid punitivo, ma non per omofobia. Si difende il padre accusato di avere malmenato l'amante extracomunitario del figlio gay, sostenendo che nei suoi gesti l'avversione per l'omosessualità non ha avuto spazio, ma che quell'uomo era autore di "continui ricatti".

"Ho solo cercato di proteggere mio figlio", spega l'uomo che nella stazione di servizio di Benevello, nelle Langhe, si è scagliato contro tre uomini la notte del 16 maggio. Una spedizione punitiva, secondo i carabinieri, ma la sua versione - scrive La Stampa - è tutta diversa.

"È stato mio figlio a chiedermi aiuto, raccontando di aver conosciuto su Internet un quarantenne che lo tormentava con insistenti minacce a sfondo sessuale", dice l'autore del raid, ma sono le vittime a rispondere, con un racconto che con il suo c'entra ben poco.

"Ci hanno picchiati come bestie. Quei due non li avevamo mai visti prima. Pugni, calci, colpi di mazza da baseball. Abbiamo cercato di difenderci, ma erano delle furie. Non capivamo perché, urlavamo, quelli continuavano a menare. Pensavamo a una rapina. Solo più tardi, dai carabinieri, abbiamo scoperto il motivo".

A

dirlo sono l'amante del ragazzo, un quarantenne marocchino residente in zona, e un amico 50enne di Cortemilia che lo ha accompagnato quella notte, quando avrebbe dovuto incontrare il ragazzo a Benevello. Poi il pestaggio.

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