La De Girolamo scrive al Papa: "Non mi fanno fare la madrina"

Un parroco di Benevento non le fa fare da madrina al battesimo della nipote. La deputata di Forza Italia scrive al Papa: "La Chiesa si sta allontanando dalla sua missione"

La De Girolamo scrive al Papa: "Non mi fanno fare la madrina"

"Mia sorella ha chiesto a me e a mio marito Francesco di essere rispettivamente madrina e padrino al battesimo di sua figlia". Il dolore di Nunzia De Girolamo finisce sul Mattino. È il contenuto della lettera inviata a papa Francesco per denunciare il comportamento di un parroco di Benevento che non le ha permesso di fare la madrina alla nipote perché non è sposata in chiesa. "Seppur nessuno dei due sia mai stato precedentemente sposato - spiega - non abbiamo i titoli per adempiere alla funzione di assistere la bambina nella sua crescita cattolica".

"Le devo confessare che il diniego mi ha fatto molto male", scrive la De Girolamo a papa Francesco facendogli notare che la sua situazione è "comune a migliaia e migliaia di persone alle quali oggi viene vietata la concessione dell'Eucarestia soprattutto se separate o divorziate, anche quando questa tragedia è stata subita e non cercata". Nella sua lettera la deputata di Forza Italia chiede, quindi, al Santo Padre che cosa siano i sacramenti: "Sinceramente sono disorientata. Credevo, forse sbagliando, che fossero strumenti per aiutare gli uomini a raggiungere la grazia. Ma forse le regole sono più importanti della sostanza e non oso discutere sulla sostanza, quanto sulla loro attualità". Quindi si apre: "In questo momento non mi sento pienamente serena e non le nascondo la tentazione, che riesco a trattenere, nel voler dire a quel parroco di quanta ipocrisia oggi ci sia nel concedere grazie, sacramenti e benedizioni a quei sedicenti fedeli il cui abito appare bello e scintillante e invece dentro è pieno di marciume. E non sto parlando di camorristi e mafiosi ai quali molti di quei ministri di Dio concedono finanche gli inchini, no: mi riferisco a quelle unioni magari regolari, ma che di sano e di rispettabile hanno solo i timbri del vescovo di turno".

La De Girolamno chiede comunque perdono a Bergoglio per il linguaggio, ma gli fa notare che, in questo modo, la Chiesa rischia di allontanarsi "sempre più dalla sua missione". "Da essere Madre, e una Madre perdona sempre a chi si avvicina a lei, la Chiesa è diventata supremo giudice pur non essendolo - continua la deputata di Forza Italia - non chiedo nessuna deroga per quanto mi riguarda, ci mancherebbe altro, andrò in chiesa e reciterò la mia preghiera per mia nipote (e anche per il parroco, pur non avendo il dono della santità) - incalza poi - mi sembra di aver smarrito l'indirizzo di quella Chiesa come ospedale da campo, come sottolineato da una Sua straordinaria immagine.

E sono talmente disorientata che non riesco a vedere la luce nemmeno nell'analizzare la legge sui diritti civili, che è un dovere assoluto disciplinare. Continuo a pensare che l'impianto generale sia sbagliato, ma mi chiedo se in alcuni momenti non serva quel colpo di rasoio che separi il passato dal futuro e che aiuti a guardare bene il presente".

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