"De Luca ha pensato solo alla campagna elettorale"

Marco Esposito, segretario provinciale Nursind Napoli, fa il punto sulla situazione della sanità in Campania, Regione entrata oggi tra le zone rosse nonostante la contrarietà del governatore De Luca

"De Luca ha pensato solo alla campagna elettorale"

"La seconda ondata pandemica ha preso in pieno volto la sanità a Napoli. I posti letto per i pazienti Covid sono terminati, mentre i pronto soccorso sovraffollati hanno perso la loro missione, ossia quella di smistare i pazienti". Marco Esposito, segretario provinciale Nursind Napoli, fa il punto sulla drammatica situazione della sanità in Campania, Regione entrata oggi tra le zone rosse nonostante la contrarietà del governatore De Luca.

Quali sono le principali criticità nella Regione?

“Noi già avevamo una sanità con pronto soccorso sovraffollati, il Covid ci ha dato il colpo di grazia. I pronto soccorso sono diventati dei veri e propri reparti Covid, primo fra tutti il Cardarelli. La medicina territoriale ha dimostrato di non funzionare e, quindi, le persone intasano gli ospedali. Oltre a ciò, non è garantita un’adeguata assistenza domiciliare. Poi c’è la problematica seria della riconversione degli ospedali cittadini. I due Policlinici sono dotati entrambi di mille posti letto, ma hanno dato una disponibilità molto bassa: solo 200 posti che non sono ancora attivi. Il San Giovanni Bosco, invece, è chiuso in attesa di una riconversione e ciò ha determinato che i pazienti no Covid, pensiamo a quelli colpiti da infarto e ictus, rimangono senza assistenza. Gli ospedali dotati di pronto soccorso attualmente sono solo Covid e questo è un rischio duplice. Per i pazienti non Covid è rimasto ben poco".

Di chi è la colpa?

"La colpa è della Regione. La sanità è in mano a Vincenzo De Luca dal 2017 ed è lui il responsabile della programmazione, delle strutture e del fatto che il personale è insufficiente. Quel che sta accadendo è sotto gli occhi di tutti".

Cosa ha fatto la Regione per evitare la seconda ondata di Covid?

"A nostro avviso è stato fatto ben poco in termini di programmazione e di reperimento delle risorse umane in numero adeguato per far fronte alla pandemia. De Luca ha pensato più alla campagna elettorale. Adesso sta intervendo il privato che, piano piano, sta prendendo pazienti Covid e questo, a mio avviso, è una sconfitta per la sanità pubblica".

Ma quello che è accaduto al Cardarelli è un caso singolo oppure no?

"Il vero problema, al di là del caso specifico, è che gli infermieri del pronto soccorso si trovano a dover gestire una media di dieci pazienti a testa, oltre a tutti gli altri accessi che vi sono in una struttura del genere. Accessi che, come sappiamo, necessitano tutti dell’attivazione di una serie di procedure. "Gli infermieri sono esausti. Non si può stare 12 ore con la stessa tuta. Si suda. Il personale sviene perché lavora in un ambiente dove non c’è un grande ricambio d’aria e, quando si è sottoposti a un grande stress e si fanno tanti straordinari, è facile che possa sfuggire qualcosa. Lavorare così è un rischio sia per i pazienti sia per gli infermieri".

Voi, come sindacato, cosa chiedete?

"Che il personale sia integrato dato che in tutta la Regione mancano 10mila infermieri. Noi vogliamo i provvedimenti ristrettivi perché sennò andiamo al collasso. Il balletto delle responsabilità tra De Luca e il governo incide sul sistema economico e sociale, ma ovviamente anche sul sistema sanitario campano.

Di chi è la responsabilità? Del personale o della Regione? In questi 8 mesi cosa è stato fatto da De Luca? La sensazione è che si insegua la pandemia. I bandi e le riconversioni degli ospedali si stanno facendo adesso. Non c’è stata prevenzione".

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