Perché nei momenti del pericolo, quando devono essere prese delle decisioni gravi e definitive, spesso vanno al potere degli uomini squilibrati, ignoranti, violenti o addirittura fanatici? Nel pericolo il popolo dovrebbe agire razionalmente e scegliere quelli che hanno una visione più lucida delle cose. Invece prevalgono le emozioni, la collera, il desiderio di vendetta e vengono seguiti i demagoghi che promettono una soluzione miracolosa.
Prendiamo il caso della rivoluzione russa. Nicola II era uno zar mediocre, ossessionato dalla malattia del figlio emofiliaco e assediato da Rasputin nella sua stessa corte. Poi sono arrivati i rivoluzionari distruttori. Qualcosa di più modesto ma analogo è avvenuto anche in Italia con l'ascesa del Movimento grillino. Esso è esploso dopo il 2008, con la prima recessione. Per Grillo e Casaleggio l'élite politico-culturale andava annientata, al potere dovevano andare cittadini qualsiasi scelti a caso su Rousseau. Di fatto parlamentari e ministri sono stati selezionati così. E il parlamento a trazione grillina ha espresso due governi incapaci in un momento in cui sarebbe stato necessario un governo di altissima qualità. Un fenomeno analogo agli Usa, dove sull'onda popolare è andato al potere Trump, poi travolto dall'epidemia.
Per fortuna dopo il trionfo dei demagoghi distruttori emergono nuove élites capaci di fare scelte razionali e porsi grandi obiettivi.
Anche in Italia l'elettorato ha incominciato ad abbandonare i partiti populisti più beceri per tornare ad aver fiducia in forze politiche che conoscono il Paese e sono in condizione di preparare un programma di rinascita.
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