Processo Concordia, Domnica confessa: "Ero l'amante di Schettino"

A Grosseto la "ballerina" moldava sul banco dei testimoni. In aula presente anche l'ex comandante

Processo Concordia, Domnica confessa: "Ero l'amante di Schettino"

Tragedia della Costa Concordia, al processo di Grosseto oggi ha parlato Domnica Cemortan, la "ballerina" moldava che si trovava a bordo come ospite la sera dell'incidente. La donna è stata interrogata, in particolar modo sui rapporti intrattenuti col comandante Schettino, accusato di aver causato la tragedia. "Mi ero imbarcata sulla Costa Concordia come passeggero il 13 gennaio 2012. Conoscevo già Schettino, cenai in ristorante con lui, mangiavo un dessert col capitano e a un certo punto Schettino mi ha fatto uno scherzo dicendomi che gli ufficiali dovevano chiamarlo al telefono per rallentare la nave perché io dovevo finire il dessert". Il comandante si conferma, così, un latin lover.

Pare che al momento dell'imbarco a Civitavecchia Domnica chiamò Schettino al cellulare e lui, insieme all'hotel director Manrico Giampedroni, andò a prendere la moldava per farla salire sulla nave senza pagare il biglietto. Un'abitudine consolidata, forse, con le passeggere più "amiche". La ballerina non ammette immediatamente la relazione con il comandante. Quando l’avvocato di parte civile Michelina Suriano, che rappresenta alcuni naufraghi, le chiede esplicitamente di confessare il rapporto che la legava all'imputato, lei dice di non volersi eprimere sulll'argomento. Ma la legge italiana impone di rispondere, soprattutto per verificare l'attendibilità del teste. Così il presidente Puliatti deve spiegarle più volte che è tenuta a fornire una risposta. L'udienza viene sospesa per qualche minuto. Alla fine Domnica ammette: "Sono stata l'amante di Schettino".

Riguardo alla notte dell'incidente la moldava dichiara di non essere assolutamente al corrente del percorso dell'imbarcazione e del famoso inchino all'isola del Giglio: "Sull’avvicinamento al Giglio nulla mi disse, e del colloquio con gli ufficiali non mi riferì nulla, non ho mai saputo del tragitto che doveva seguire la nave, solo alla fine mi ha invitata sul ponte di comando con Ciro Onorato". Sulla plancia "il capitano è andato prima di noi, poi io e Ciro Onorato ci siamo fermati all’ingresso, vicino alla porta. Tutto sembrava normale. Non ho visto niente perchè era buio, a un certo punto silenzio e lui ha iniziato a dare comandi in termini marini, e ho sentito un ufficiale che era stato sbagliato l’ordine del comandante e il comandante l’ha brontolato ripetendo l’ordine. Dopo qualche minuto, è successo quello che è successo. Non ho sentito l’impatto, l’urto, ma ho visto le luci dell’allarme".

All'uscita del teatro Moderno di Grosseto Domnica appare provata: "Sono morta per la seconda volta. Adesso basta, voglio cominciare una nuova vita".

Ad arricchire il quadro della situazione si sono aggiunte le rivelazioni dell'ex comandante Mario Palombo, ora in pensione, che rievoca la telefonata avuta il 13 gennaio con Schettino dal ponte di comando: "Lo sentivo in soggezione nei miei confronti, negli anni passati fu imbarcato con me. Ma ebbi un certo fastidio, perché un comandante chiedeva a un comandante una cosa che deve sapere. I fondali sono marcati sulle carte nautiche e poi non c’era motivo, sull’isola non c’era nessuno. Allora gli dissi di andare via, di andare al largo, lo sconsigliai".

Il teste parla anche degli avvicinamenti alla costa fatti quando lui era comandante, una volta anche al Giglio: "Rimasi con la mia nave a 5-600 metri, cosa che con la nave lenta si poteva fare. I passeggeri furono avvisati, fu data una festa in piscina, anche le autorità dell’isola erano state avvisate".

Riguardo all'imputato Palombo ricorda di quando era suo subalterno su un’altra nave della Costa Crociere: "Gli feci una relazione negativa, una nota sul comportamento, Schettino era rispettoso ma tendeva spesso a scaricare le responsabilità sugli altri quando c’era qualche problema disciplinare o di altro tipo".





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