Il premier e le promesse usa e getta

Il premier continua a prendere in giro gli italiani: promette soluzioni che non ci sono e raccoglie solo flop

Il premier e le promesse usa e getta

Se gli italiani si lamentano che le tasse sono troppo alte, tu promettine la riduzione negli anni a venire e vedrai che te la cavi. Matteo Renzi, da presidente del Consiglio, ha imparato come prendere per i fondelli gli italiani; ben sapendo che, per parte loro, essi si fanno volentieri ingannare, perché, dicono, «non c'è alternativa». Lui promette, promette soluzioni dei problemi che affliggono il Paese primo dei quali una fiscalità eccessiva e persecutoria che ne impedisce la crescita con la faccia tosta di un venditore di auto usate, gli italiani gli credono, e resta al governo malgrado non mantenga le promesse.Gli americani, quando non hanno molta fiducia in qualcuno, si chiedono se comprerebbero da lui un'auto usata, identificando evidentemente nei venditori di auto usate degli affabulatori propensi alla menzogna e all'imbroglio.

Nei confronti di Renzi, confesso di avere lo stesso atteggiamento e me ne dispiaccio. Vorrei avere più fiducia nel mio Paese e nel suo governo. Non mi piace il modo di fare politica di Renzi furbescamente e cinicamente a colpi di fuochi d'artificio di annunci e di promesse che poi non mantiene, contando che i suoi interlocutori se li dimentichino e non mi fido di lui. L'Italia malgrado ciò che ne dicono i grandi giornali per accattivarsene la benevolenza per i propri editori, che si aspettano sempre dal governo qualche facilitazione per i loro affari extra-giornalistici non è uscita dalla crisi e ne è ancora immersa fino al collo. Il resto dell'Europa cresce; l'Italia è ferma. Abbiamo un giornalismo miserabile, che si fa dettare le sentenze dalle Procure e, poi, ricambia il favore, ripetendone le parole d'ordine, ed evita sistematicamente di commentare criticamente le sortite del capo del governo. Si era riproposto come rottamatore del sistema politico ereditato dalla Prima Repubblica e della classe politica al potere. Ma si è servito dell'ambizioso programma solo per diventare presidente del Consiglio e, poi, non fare nulla, imitando i governi che lo hanno preceduto. Non lamentiamoci, allora. Non è che gli americani, con Obama, stiano meglio. È in crisi, ovunque, la politica e latita la capacità di governare. Gli Stati Uniti hanno il peggior presidente del dopoguerra, che, finora, ha fatto più danni che altro a incominciare dal Medio Oriente, dove ha fomentato una rivolta fondamentalista contro i dittatori al governo grazie agli Usa (!) che, se non altro, assicuravano, almeno, una certa stabilità all'area dalla quale, ora, partono gli attentati terroristici islamici contro l'Occidente. Non è nata una classe politica degna di questo nome e in grado di risolvere i complessi compiti cui si trova di fronte e che deve (dovrebbe) affrontare e risolvere. Ne facciamo le spese tutti. La società «usa e getta» fa strage, ammesso ce ne siano ancora in circolazione, di talenti. Si consumano programmi di governo, promesse, illusioni, articoli di giornale, tutto molto in fretta e superficialmente. E i risultati si vedono.

Se ci dessimo tutti una calmata, e incominciassimo a riflettere pacatamente e realisticamente sui nostri molti guai, invece di arrotolarcisi, forse (forse) faremmo qualcosa di utile.Piero Ostellinopiero.ostellino.@ilgiornale.it

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