Nascerà nel 2020 e sarà figlio naturale e biologico di un padre morto nel 2019 che lo aveva concepito quattro anni prima.
Dopo una lunga lotta contro la burocrazia - affinché l'embrione fecondato con il seme del marito deceduto per un tumore non andasse perduto - una donna della provincia di Lecce potrà avere il suo bambino. Si tratta del terzo caso di gravidanza postuma in Italia (due episodi simili si sono verificati a Palermo nel 1999 e a Bologna nel 2010).
Come spiega il Quotidiano di Puglia, tutto era cominciato nel 2014 quando la coppia aveva deciso di dare un fratellino o una sorellina al loro unico figlio. Ma la donna non era riuscita a rimanere presto incinta, così i due avevano deciso di affidarsi a un centro per la procreazione medicalmente assistita (Pma) dove sono stati crioconservati due embrioni fecondati con il liquido seminale del marito.
All'improvviso però all'uomo è stato diagnosticato un tumore. La battaglia contro la malattia è stata difficile e a inizio 2019 l'uomo è venuto a mancare. Ma la moglie ha deciso di tenere fede alla promessa fatta al marito e si è rivolta alla clinica per avere il bambino.
Da quel momento la donna ha iniziato una lunga lotta contro la burocrazia: pur avendo firmato tutti i consensi possibili prima della morte, il laboratorio non ha potuto procedere all'impianto senza il permesso di un giudice.
Come spiega il quotidiano, il problema è rappresentato dall'articolo 5 della legge sulla procreazione assistita secondo cui "possono accedere alle tecniche di procreazione assistita coppie maggiorenni entrambi viventi".E la battaglia della donna è andata a buon fine. Così nel 2020 nascerà il secondogenito della coppia.
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