#Emozionialcentro, un generatore di messaggi social per far tornare i turisti nelle zone terremotate

Federalberghi lancia un'iniziativa social per richiamare i turisti nelle zone colpite dal terremoto, dove da tempo non ci sono più scosse ma nemmeno visitatori

#Emozionialcentro, un generatore di messaggi social per far tornare i turisti nelle zone terremotate

Le scosse sono finite da tempo ma la paura dei turisti è rimasta. Per correre ai ripari gli albergatori di Marche, Lazio, Abruzzo e Umbria puntano tutto sui social network che saranno invasi attraverso un generatore di messaggi.

Certo, la situazione non è più come nei primi sei mesi dopo il secondo terremoto, quello del 30 ottobre, quando le zone colpite avevano visto praticamente azzerare i pernottamenti. Oggi, nonostante da mesi non si avvertano più scosse, facendo tutti gli scongiuri del caso, i turisti in parte sono tornati. "Ma siamo ancora a livelli inferiori a quelli pre sisma - dice Simone Fittuccia di Federalberghi Umbria - e la comunicazione troppo generica ha provocato una fuga anche da zone non colpite".

In questi mesi c'è stata tanta solidarietà, ma anche i buoni sentimenti devono fare i conti con la paura. "La cosa migliore che possiamo fare per aiutare-dice il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca- è tornare è passare una vacanza in questi luoghi. Sul successo della stagione turistica ballano ventimila posti di lavoro".

E così gli albergatori hanno pensato di affidarsi a uno spot di 45 secondi che promuove la condivisione di foto e immagini che, dicono gli esperti, è una pratica comune per il 76% dei turisti. E il 52% di chi sta programmando una vacanza si fa influenzare dalle foto postate da amici e conoscenti durante o al ritorno dalle proprie ferie (GUARDA IL VIDEO).

Gli albergatori provano a inserirsi in questo flusso di immagini con un generatore di immagini attraverso il sito www.emozionialcentro.it.

Cliccando qui si possono scegliere foto delle bellezze dei luoghi del Centro Italia e condividerle sui social, per amplificare al massimo i messaggi positivi e renderli virali. Questione di solidarietà. Ma anche un modo per ricordarsi che c'è una fetta d'Italia meravigliosa che può tornare a essere visitata.

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