Lei, Maria Giulia Sergio, é chissá dove, persa nei terreni dell'Isis a inseguire i suoi sogni di italiana convertita al fanatismo islamico. Sotto processo, a fare i conti con la giustizia italiana sono rimasti i suoi familiari: la sorella Marianna e il padre Sergio, trascinati da Maria Giulia nella nuova fede a base di versetti malamente imparati. E stamattina arriva la prima sentenza a carico della famiglia Sergio e degli altri componenti della cellula jihadista individuata dalla Procura di Milano a Inzago, nella sonnacchiosa provincia milanese dove il matrimonio di Maria Giulia con un fondamentalista albanese aveva dato il via alla conversione all'Islam più radicale dell'intera famiglia Sergio.
Vengono rinviati a giudizio Maria Giulia, latitante sotto il nome guerrigliero di Fatima, e il padre Sergio, che la riconversione alla chiesa cattolica non ha sottratto ai guai giudiziari. Per Marianna, che ha scelto il rito abbreviato, arriva la condanna per terrorismo internazionale: il giudice Donatella Banci Buonamici le infligge cinque anni e quattro mesi di carcere per avere dato un contributo operativo alla sorella nell'indottrinamento dei genitori e nel reclutamento di altri potenziali foreign fighters.
Anche Marianna avrebbe dovuto partire per il Califfato: invece é rimasta in Italia e qui é stata arrestata e condannata. Resterà in carcere a lungo. Ma forse per lei è meglio così: perché dai carceri italiani prima o poi si esce, dalle file dell'Isis no.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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