Scroscio di applausi e occhi lucidi di commozione per quell’angelo in divisa che ha appena salvato la vita di un uomo. Sono da pochi minuti passate le nove quando il Frecciarossa 9508 partito da Roma che viaggia in direzione Milano decelera bruscamente, sino a fermarsi, poco prima della stazione di Santa Maria Novella.
"C’è un uomo sui binari, c’è un uomo sui binari", strilla qualcuno. I passeggeri si accalcano attorno ai finestrini, qualcuno si fa il segno della croce. “Eccolo, è quello con il giubbotto rosso”. L’uomo dei binari compare. Vivo per miracolo grazie alla prontezza di riflessi del macchinista. Corporatura esile e viso pallido, l’uomo non si rassegna, punta in direzione del parapetto del cavalcavia. Scavalca la balaustra e si affaccia sul vuoto. Di tanto in tanto lascia andare i piedi facendoli roteare, e ogni volta che accade il vagone sussulta di paura. Nelle orecchie ha le cuffiette dello smart-phone. Guarda in giù. Passano attimi infiniti. Il tempo sembra eterno. Questo finché alle spalle di quell’uomo che sta per lanciarsi nel vuoto non compare un poliziotto. Lo avvicina piano. Prima accovacciato, senza farsi vedere. Poi si tira su e gli parla. Parole incomprensibilI a chi assiste alla scena dall’altra parte del vetro. Una mano tesa verso l’altro che la stringe. È fatta. L’agente si aggancia all’uomo in rosso e lo stringe forte. Sembra un abbraccio.
In realtà gli sta facendo da zavorra con il suo corpo. Si parlano ancora. Più a lungo. L’altro si abbandona e desiste.Tutto si conclude tra gli applausi dei passeggeri. I due passano accanto alle rotaie, stavolta si abbracciano per davvero. L’incubo è finito.
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