Fiabe censurate per renderle politically correct. La denuncia di una maestra

Margherita Cennamo, educatrice-burattinaia, denuncia che in alcune scuole dell'Emilia Romagna le maestre e i genitori chiedono di modificare le fiabe per non far paura ai bambini o non offendere le diverse sensibilità

Fiabe censurate per renderle politically correct. La denuncia di una maestra

Favole censurate per evitare che i bambini rimangano terrorizzati. È la denuncia di Margherita Cennamo, burattinaia ed educatrice, che da oltre 15 anni porta nelle scuole di Bologna e dell'Emilia-Romagna gli spettacoli per i bambini. Ma adesso, da qualche mese, le cose sono cambiate. I genitori non vogliono che i bambini rimangano impauriti dai testi delle fiabe. E così i diavoli diventano dei maghi, Cappuccetto Rosso non va più sola nel bosco, e così le storie diventano politicamente corrette.

"Ormai le scuole sono terrorizzate dai genitori. Sono loro che dettano l'agenda", ha detto ad Agi l'artista. "Togliere la paura nelle fiabe, eliminare l'Orco, la Strega, equivale a togliere il 'sale' alla mia attività. Questo non è utile al bambino perché le fiabe attraverso il contrasto tra l'eroe buono e l'antagonista cattivo, aiutano i più piccoli a gestire la paura".

"Non è la prima volta che mi capita che una scuola chieda di modificare una fiaba", racconta Cennamo. L'ultimo episodio, dice l'educatrice, è avvenuto in una scuola d'infanzia della provincia di Bologna. Alla richiesta di raccontare una favole sul Natale, la burattinaia aveva proposto la fiaba della Regina della Neve. "Non c'entra con Frozen vero?" si è preoccupata subito la maestra. Le rassicurazioni non sono bastate. Così la scuola ha voluto vedere il video su Youtube. A quel punto sono iniziate le richieste di modifica: il diavolo doveva diventare un mago, mentre la scheggia che colpiva il bimbo in un occhio, doveva colpirlo al dito.

"Io ho risposto che non ero d'accordo. Poi è arrivata un'email in cui la scuola rinunciava allo spettacolo. Mi è dispiaciuto per la modalità arrogante e per questo ho poi raccontato tutto su Facebook. Non ho ancora capito se il timore della scuola sia nato dalle maestre o dai genitori". Ma la censura non è finita. "Stavo analizzando in classe la fiaba 'La finta nonna' di Calvino.

Ad un certo punto, la bimba si trova di fronte al fiume Giordano che spalanca le acque per farla passare. Mi è venuto naturale fare un richiamo a Mosè ma una maestra mi ha detto: 'Non farlo perché una bimba ha genitori atei'". Il mainstream avanza, anche nelle favole.

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