Foggia, il vescovo smaschera falso prete

Alessio Prencipe aveva addirittura recitato messa a Torre Maggiore spacciandosi per monaco benedettino. Dopo accurate indagini scoperta la verità

Foggia, il vescovo smaschera falso prete

Si spacciava per sacerdote e monaco benedettino, carpendo la fiducia dei fedeli e traendo in inganno persino il parroco della chiesa parrocchiale di Santa Maria della Strada, a Torremaggiore, un Comune in provincia di Foggia. Lo scorso 27 dicembre ha anche celebrato messa nella stessa chiesa ed ha ascoltato la confessione di alcuni fedeli. Dopo una serie di indagini, il vescovo di San Severo, monsignor Giovanni Checchinato, ha smascherato il falso prete.

Come si spiega in una nota dell'Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi, l'uomo, Alessio Prencipe, non potrà ricevere i sacramenti, incorrendo nella pena dell'interdetto "stabilita dal codice di diritto canonico" . Prencipe è stato presentato come assistente spirituale nazionale dell'associazione "Laudato Sii". Gli è stata così data la possibilità di celebrare l'eucaristia. Il vescovo ha approfondito la vicenda: prima ha contattato la Curia Generalizia dei Monaci Benedettini Sublacensi Cassinesi a Roma e la Curia Generalizia dei Monaci Benedettini Silvestrini sempre della capitale dove, tra l'altro, "il sedicente monaco ha detto di essere membro residente". Quindi ha chiesto e ricevuto informazioni dalla Curia diocesana di San Benedetto del Tronto dove Prencipe ha attualmente la residenza. Infine ha chiesto altre informazioni "sul suo presunto ruolo di assistente spirituale nazionale dell'associazione menzionata" giungendo "alla certezza morale della completa estraneità a tutte queste realtà e all'Ordine Sacro del signor Prencipe".

Secondo la Diocesi si è trattato "di spiacevoli eventi che hanno creato disorientamento e confusione, soprattutto nella comunità cristiana di Torremaggiore". Nei giorni scorsi Prencipe è stato avvicinato dal Vicario Generale e dal Cancelliere Vescovile della Diocesi e "nonostante abbia ancora confermato di essere monaco benedettino e di appartenere alla comunità di Santo Stefano a Roma presso i Monaci Benedettini Silvestrini, non ha presentato nessun documento probatorio a supporto delle sue affermazioni; non ha presentato il "celebret" che avrebbe potuto smentire il ragionevole dubbio sulla sua ordinazione presbiterale; ha fornito un recapito telefonico inesistente dei suoi presunti superiori".

"Nella certezza di aver fatto chiarezza sulla questione, nella speranza che situazioni simili non si ripetano - conclude monsignor Checchinato - si coglie l'occasione per esortare i fedeli e le

comunità parrocchiali ad essere "sentinelle", prima di dar credito a chi si dovesse qualificare come religioso. Inoltre, invito a denunciare all'Autorità Ecclesiastica eventuali situazioni anomale che dovessero presentarsi".

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