Sono tre le telecamere che, tra le 18 e le 18.47 del 26 novembre 2010 - vale a dire nei minuti che gli inquirenti considerano immediatamente precedenti alla scomparsa di Yara Gambirasio, il cui cadavere venne trovato tre mesi dopo in un campo di Chignolo d’Isola - riprendono per sette volte il furgone Iveco Daily di Massimo Bossetti, l’uomo in carcere con l’accusa di aver ucciso la tredicenne.
A identificare il veicolo proprio in quello di Bossetti i carabinieri sono giunti attraverso una complessa attività di indagine e scientifica che ha tra l’altro portato a sentire come testimoni 2.000 possessori di altrettanti furgoni di quel tipo. Il veicolo in questione è stato ripreso sette volte, secondo questa sequenza: ore 18.00.56, telecamera Shell di via Locatelli, direzione Ponte San Pietro (Bergamo); ore 18.05.40, telecamera Banca Credito Cooperativo, via Rampinelli e successiva immissione in via Gotti; ore 18.19.25, telecamera Shell, direzione Brembate di Sopra; ore 18.35.31, telecamera Polynt di via Caduti dell’Aeronautica, in direzione di Locate-Mapello; ore 18.35.59 telecamera Polynt, in direzione di via Locatelli di Brembate di Sopra; ore 18.40.10 telecamera Shell direzione Brembate di Sopra; ore 18.47.19, telecamera Shell, direzione Brembate di Sopra.
I filmati delle telecamere erano stati acquisiti nella primissima fase dell’indagine dai carabinieri del Ros e da quelli di Bergamo. Dopo il fermo di Bossetti i video sono stati riesaminati alla ricerca del furgone cassonato Iveco usato dal muratore. Un mezzo di quel tipo è stato individuato nelle immagini: a quel punto era necessario stabilire che fosse proprio quello dell’uomo in carcere. I carabinieri del Ros hanno svolto questa indagine coinvolgendo gli ingegneri dell’Iveco che si erano occupati della produzione del veicolo, i quali hanno poi collaborato con i tecnici del Ris di Parma. Gli uomini della scientifica dell’Arma hanno in primo luogo ottimizzato e analizzato le immagini attraverso software dedicati, che permettono appunto di migliorare la qualità del materiale video intervenendo, tra l’altro, sui campi d’inquadratura, sull’illuminazione e la retroilluminazione, sulla sfocatura da movimento.
Il Ris ha quindi comparato le immagini delle telecamere con quelle del furgone di Bossetti, facendo ricorso ad un modello in 3D del furgone cassonato sviluppato in collaborazione con l’Iveco. Sempre con il contributo di Iveco, il Ros ha individuato tutti i mezzi (prodotti tra il 1999 e il 2006) del modello compatibile in astratto con il veicolo ripreso nei video. Grazie alla rete dei comandi dell’Arma, i circa 2.000 Iveco Daily così individuati sono stati fotografati uno ad uno e via via esclusi in quanto »palesemente incompatibili« con il modello di riferimento. Solo 5 di essi avevano caratteristiche tali da poterli in qualche modo confondere col veicolo ripreso dalle telecamere.
I loro titolari sono stati ascoltati e alla fine, attraverso una serie di riscontri incrociati, è stato escluso che potessero trovarsi a Brembate la sera del 26 novembre 2010. L’unico che poteva trovarsi lì, a quell’ora - hanno concluso gli investigatori - era il mezzo di Bossetti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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