
Mentre non si placano le polemiche sugli Alpini poca attenzione viene invece data al terribile caso di tentato stupro avvenuto ai danni di una 60enne, per altro sempre a Rimini.
Come riporta Libero, i fatti si sono verificati lo scorso primo maggio, quando la vittima stava facendo jogging al Parco Marecchia. Lì la donna è stata seguita e poi sorpresa alle spalle da uno straniero che, dopo averle tappato la bocca, l'ha bloccata e poi gettata a terra per approfittare di lei. Strenua la resistenza della 60enne, che ha tentato in ogni modo di sottrarsi alla presa dell'extracomunitario. Questi, non riuscito a strapparle i pantaloni, ha allora cominciato a masturbarsi.
L'incubo per la vittima è finito solo grazie all'intervento di due passanti, che hanno messo in fuga il molestatore e chiamato le forze dell'ordine. In preda al panico, lo straniero ha addirittura tentato di rubare la bicicletta a uno dei due soccorritori della 60enne, che è stato scaraventato a terra, restando ferito. Sul posto gli uomini della Squadra Mobile, i quali sono riusciti a rintracciare il colpevole, finito in manette con l'accusa di tentato stupro. Da maggiori accertamenti svolti dalla questura di Rimini, è poi emerso che il soggetto catturato è un somalo di 27 anni, ospite del centro d'accoglienza locale.
Di questo episodio desta stupore il silenzio generale di alcune autorità e delle stesse femministe, che non hanno invece esitato a scagliarsi contro il raduno degli Alpini avvenuto il 5 di maggio. Per quanto concerne il caso dell'immigrato somalo, alcune di loro hanno semplicemente scritto su Instagram: "Ovviamente condanniamo il fatto e siamo solidali con la donna. Ci sembra assurdo ci sia il bisogno di scriverlo". Toni assai diversi rispetto alla posizione ben più netta dimostrata nei confronti del raduno alpino. In quel caso, infatti, il commento di Non Una di Meno Rimini è stato: "Non possiamo non notare come in ogni caso di molestia stupro o femminicidio attuato da persone straniere, questa cosa o la gradazione del colore della loro pelle sia sempre indicata nei titoli dei giornali. Mentre quando si tratta di persone italiane bianche o in divisa queste caratteristiche non vengano mai messe in evidenza".
Posto che ogni caso di molestia e violenza deve essere condannato, perché tanta bufera sul raduno degli Alpini di Rimini ma nessun post, nessuna condanna, nessun
"titolone" sulla povera donna aggredita e molestata a Parco Marecchia? Eppure, nel suo caso, c'è stato addirittura un tentativo di stupro. Stupro che si sarebbe probabilmente compiuto, se non fossero arrivati dei passanti.
Vi danno fastidio gli italiani. Da sempre li odiate perchè, conoscendovi, al governo non vi ci hanno mai voluto.
Solo altri sinistrati, i grillini vi ci hanno portato.
Sparirete insieme a loro.
Per permettere l'inserimento di una persona in una squadra femminile colUI che si sente donna, nonostante per sua stessa ammissione si senta ancora attratto dalle donne e possegga ancora tutti gli attributi maschili, non si esita a mettere a disagio fino 35 persone che dovrebbero "semplicemente" trovarsi a disagio per i sentimenti di unO il quale è per nulla preoccupato come la sua presenza influisca sulle compagne di squadra. Aiutino: non faccio nomi, il primo caso Italia, secondo Pennsylvania
Ovvio che la colpa sia sempre di chi si permette di accusare quanto "non aiuta alla causa" (vero Giallone?)
Mi sembra davvero un tentativo patetico di fomentare odio. Da notare neanche la non curanza e il sottolineamento della provenienza del soggetto. Da senegalese si trasforma in un somalo per magia.
Non vi vergognate neanche a pubblicare cose del genere. Cos’è diventato il giornalismo
Si dicono femministe, ma sono agit-prop comuniste. magari, in loro c'è anche qualcosa di ciò che diceva Ovidio: "Quaeqe dant quaeque negant, gaudent tamen esse rogate" "Alcune danno, alcune negano; gioiscono tuttavia, per le proposte che ricevono".
Sì, è nella femminilità il desideri di esse guardate e desiderate.
Certi assordanti silenzi e certe chiassate delle sedicenti femministe, forse rispondono anche a questo detto di Ovidio