Clamoroso al Samsara, il locale "in" della costa salentina, fulcro della movida a Gallipoli, cui il ministero delle Infrastrutture ha revocato la concessione. I titolari della stessa concessione, la società "Sabbia d'Oro", ha querelato il ministero. L'accusa mossa è quella di falso ed è nei confronti della Capitaneria di Porto di Gallipoli che ha stilato due verbali di accertamento in data 9 luglio 2017. Come già si accennava, i due verbali - si legge sulla "Gazzetta del Mezzogiorno", il quotidiano pugliese - hanno portato alla decadenza della concessione demaniale, dichiarata dal Comune di Gallipoli, per presunta alterazione dell'uso della stessa. Ad essere contestata era la trasformazione del lido in una discoteca all'aperto.
La società "Sabbia d'Oro" parla di documenti viziati da gravissime anomalie. Si è fatto ricorso, addirittura, alla perizia grafologica sui testi che avrebbe prodotto perplessità circa l'uso di tre differenti penne biro con numerazioni incompatibili. I verbali, secondo l'accusa, sarebbero stati redatti da persone diverse e questo farebbe pensare a differenti contesti temporali rispetto alla versione compilata in origine. Così anche le firme su uno dei due verbali "non sarebbero riferibili - si legge ancora nella querela - alla stessa persona".
Un verbale, secondo la proprietà del Sasmara non riscontrerebbe violazioni gravi, l'altro registrerebbe, invece, l'uso difforme del suolo demaniale marittimo. Da qui partì il meccanismo che ha portato la revoca della concessione da parte del Comune, confermata dal Consiglio di Stato e che ora si cerca di mettere in discussione.
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