La teoria gender troverà degli enormi ostacoli all'interno della scuola italiana. Attraverso una nota del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (Miur), dicastero guidato dal leghista Marco Bussetti, è stato riconosciuto il diritto al consenso informato dei genitori su tutti i progetti extracurricolari. Diventa così obbligatorio per le scuole, di ogni ordine e grado, l'esonero degli alunni che lo richiedono (attraverso il diniego da parte dei genitori, espresso con il mancato consenso informato) dai progetti che non fanno parte delle discipline obbligatorie.
In base alla nota ministeriale, che riguarda in particolare il Piano triennale dell’offerta formativa di ogni istituto, il cosiddetto Ptof (che deve essere approvato e comunicato alle famiglie), si stabilisce che "le famiglie devono esprimere il consenso, ove occorra, al fine della partecipazione degli alunni e studenti alle attività extra-curricolari" e, inoltre, che ogni scuola "deve promuovere i necessari rapporti con tutti i portatori di interesse", prendendo in considerazione "le proposte e i pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni dei genitori" e, per le scuole secondarie di secondo grado, dagli studenti.
Per evitare spiacevoli sorprese per i genitori, il Ministero a guida leghista ha previsto che il Ptof sia "predisposto antecedentemente alle iscrizioni, per consentire alle famiglie di conoscere l’offerta formativa delle scuole così da assumere scelte consapevoli in merito all’iscrizione dei figli" e, inoltre, tutte le attività didattiche aggiunte in corso d’anno "devono essere portate tempestivamente a conoscenza delle famiglie, o degli studenti se maggiorenni".
La parte della circolare che si adatta alla questione gender, che tante polemiche ha sollevato nei mesi scorsi, stabilisce che "la partecipazione a tutte le attività che non rientrano nel curricolo obbligatorio, ivi inclusi gli ampliamenti dell’offerta formativa di cui all’articolo 9 del D.P.R. n. 275 del 1999, è, per sua natura, facoltativa e prevede la richiesta del consenso dei genitori per gli studenti minorenni, o degli stessi se maggiorenni. In caso di non accettazione, gli studenti possono astenersi dalla frequenza. Al fine del consenso, è necessario che l’informazione alle famiglie sia esaustiva e tempestiva".
La nota, che è stata inviata a tutti gli Uffici Scolastici Regionali, è stata accolta con entusiasmo da diverse associazioni cattoliche. "E' stato premiato lo sforzo e l’impegno con i quali l'associazionismo del Family Day, superando offese e insulti ha portato avanti la battaglia per il diritto dei genitori al consenso informato nelle scuole", hanno dichiarato, attraverso un comunicato stampa, da Pro Vita e Generazione Famiglia.
Toni Brandi, il presidente di Pro Vita Onlus, dopo avere ringraziato personalmente il Ministro Bussetti, ha sottolineato che con questa circolare si rende effettivo il rispetto dell’articolo 26/3 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che stabilisce che i genitori hanno la priorità nella scelta della tipologia di istruzione da impartire ai figli.
"Abbiamo combattuto per l'ovvio", ha dichiarato Toni Brandi. "E' una battaglia che può sembrare paradossale ma questa storia dimostra come i genitori che lottano contro il potere politico ingiusto possano cambiare il futuro. Le famiglie non devono e non possono cedere nemmeno di un millimetro rispetto al gender e ai suoi ‘errori della mente' come li ha definiti Papa Francesco".
Il Pontefice, infatti, nell'Esortazione Apostolica Postsinodale Amoris Laetitia aveva scritto al numero 56 che l'ideologia gender, "nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina. L’identità umana viene consegnata ad un’opzione individualistica, anche mutevole nel tempo". Papa Francesco aveva definito "inquietante che alcune ideologie di questo tipo, che pretendono di rispondere a certe aspirazioni a volte comprensibili, cerchino di imporsi come un pensiero unico che determini anche l’educazione dei bambini".
Jacopo Coghe, presidente di Generazione Famiglia, ha lanciato la prossima battaglia: "pretenderemo l'attuazione di questa circolare. Continueremo a presidiare le scuole dei nostri figli contro la colonizzazione ideologica di progetti ispirati alla dittatura gender. I genitori che sono stati in trincea nelle scuole hanno vinto, come abbiamo vinto noi associazioni che li abbiamo supportati, accompagnati e rappresentati davanti a tre ministri diversi, dal 2013 ad oggi".
"Da oggi, in particolare per quei temi più delicati e sensibili, legati alle scelte educative delle famiglie – come affettività, sessualità, educazione 'di genere' e molti altri – che in questi ultimi anni hanno messo a rischio il già delicato rapporto scuola- famiglia, i genitori non potranno più veder loro imposti progetti non condivisi, spesso senza alcuna informazione, e che per i loro contenuti sono invece da sottoporre alle scelte educative delle singole famiglie, anche se svolti nel normale orario scolastico", ha detto Chiara Iannarelli, vicepresidente di Articolo 26, associazione nazionale di genitori
Anche il Movimento Italiano Genitori (Moige) ha commentato,
attraverso il suo direttore generale Antonio Affinita, la circolare ministeriale. "Finalmente i genitori tornano ad essere responsabili e protagonisti dell’educazione e della crescita dei propri figli all’interno delle scuole".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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